Un'alleanza contro la tratta di esseri umani: l’appello dell’ambasciatore Usa Diaz
e di suor Bonetti
Serve un’alleanza globale contro il traffico di esseri umani: è l’appello lanciato
ieri alla Conferenza internazionale “Costruire ponti di libertà”, tenutasi al Palazzo
vaticano della Cancelleria e promossa dall’ambasciata Usa presso la Santa Sede assieme
alla St. Thomas University, ateneo cattolico di Miami. Sulla necessità di unire gli
sforzi per contrastare questa nuova forma di schiavitù, che ogni anno coinvolge fino
a 2 milioni di persone, Alessandro Gisotti ha chiesto un commento dell’ambasciatore
americano presso la Santa Sede, Miguel H. Diaz:
R. - Normalmente
si parla di tre “p”: quando si parla della tratta degli esseri umani si parla di “protezione”,
si parla di “prevenzione” e si parla di “perseguire” legalmente coloro che sono responsabili
della tratta degli esseri umani. Dobbiamo, però, raggiungere anche un’altra “p”, quella
della partnership: la cosa principale è quella di unire differenti persone per realizzare
una collaborazione internazionale per combattere questa tratta.
D. -
Collaborazione, ma anche informazione: perché forse ancora non c’è sufficiente informazione
su questa nuova forma di schiavitù…
R. - Sì, certamente educare perché
abbiamo la necessità di continuare l’educazione proprio perché ci sono tante persone
che ancora non conoscono questa tragedia umana.
D. - Quali sono le sue
speranze per il dopo, cosa succederà dopo questa conferenza?
R. - L’obiettivo
principale è sempre quello di unire persone e continuare questa relazione, perché
penso che sia troppo importante riuscire ad aprire uno spazio per una comunicazione
continua. Quindi creare questo filo conduttore, con diversi punti di vista e con la
speranza di creare migliori strategie per la lotta conto questa terrificante realtà.
(mg)
Alla Conferenza sono intervenuti esponenti della società civile, delle
diverse religioni e del mondo dell’economia. Tante le missionarie intervenute all’evento.
Alessandro Gisotti ha raccolto la testimonianza di suor Eugenia Bonetti,
missionaria della Consolata, una vita impegnata al fianco delle vittime della tratta:
R. - Il problema
è veramente globale, mondiale. I trafficanti sono anche molto bene organizzati e noi
dobbiamo riuscire ad essere altrettanto organizzati per dare risposte e soprattutto
per bloccare questa tratta di esseri umani che veramente nel 2011 rappresenta una
grande vergogna! Il target di questa tratta riguarda soprattutto donne e minori. Dal
Duemila siamo riusciti a creare in Italia circa un centinaio di case famiglia, sparse
un po’ in tutto il Paese, dove accogliamo continuamente donne che poi restituiamo
a loro stesse e alla società, perché possano vivere veramente da persone umane.
D.
- Questo è poi il grande risultato quotidiano di tante missionarie e congregazioni
religiose: la rinascita di queste persone…
R. - Certo, è bellissimo.
E’ stato molto bello, perché abbiamo avuto occasione di andare ad incontrare una giovane
che ha avuto un ictus sulla strada, che è rimasta paralizzata e che è stata abbandonata
da tutti: le hanno portato via addirittura la scheda telefonica, per farle perdere
tutti i contatti… Attraverso le nostre reti, siamo riuscite a trovarle un ambiente
dove lei può ora veramente gustare la gioia di essere rinata. Il giorno dopo Pasqua
ha chiesto di ricevere il Battesimo, per potersi sentire ancora più integrata nella
comunità che l’ha accolta e che ormai sarà, per il resto della sua vita, la sua famiglia.
Sono situazioni bellissime: fatte di sofferenza, ma anche di gioia. Nelle nostre case
abbiamo moltissime mamme con i bambini e sono proprio i bambini che salvano le mamme,
perché le mamme non vogliono perdere i loro bambini, anche se a volte sono frutto
di una grande sofferenza, di una grande violenza: ma per amore del bambino, anche
la mamma si ritrova salvata. (mg)