2011-05-19 15:11:01

Talebani in azione in Afghanistan: uccisi 35 civili


Violenza protagonista in Afghanistan. I ribelli hanno attaccato alcune sedi di un’impresa edile provocando la morte di almeno 35 dipendenti. L’episodio è successo nella provincia orientale di Paktia. Dal canto loro le forze internazionali hanno annunciato una vasta operazione anti-guerriglia nel nord-ovest, che si è conclusa con l’uccisione di una sessantina di insorti. Intanto, mentre i talebani hanno smentito la notizia di trattative in corso con gli Stati Uniti, nella zona di Takhar oggi c’è stata una nuova manifestazione di protesta contro il raid della Nato che martedì ha provocato la morte di quattro persone. Infine i servizi segreti di Kabul hanno segnalano forti tensioni all’interno di Al Qaeda in merito alla successione di Bin Laden.

Siria
In Siria la Tv di Stato ha condannato le nuove sanzioni decise ieri dagli Stati Uniti contro il presidente Bashar al Assad e alcuni suoi stretti collaboratori di governo. L’obiettivo di Washington è quello di spingere Damasco ad adottare riforme democratiche. Tuttavia, per la Francia la repressione nel Paese si aggrava. Proprio oggi le forze di sicurezza siriane hanno schierato carri armati lungo il confine con il Libano, nei pressi della città di Tal Kalak, dove ieri ci sono stati almeno 8 morti durante nuove manifestazioni antigovernative represse dai militari. La polizia, intanto, secondo la stampa locale, avrebbe confermato il ritrovamento di 5 corpi in una fossa comune scoperta a Deraa, la città epicentro delle rivolte.

Yemen
Nello Yemen l’opposizione critica duramente il presidente Saleh all’indomani della nuova battuta d’arresto nel processo di transizione nel Paese. Il capo dello Stato, infatti, ha rifiutato di firmare l’annunciato accordo, mediato dai Paesi del Golfo, che avrebbe dovuto sancire la sua uscita di scena dopo mesi di proteste e repressione costate la vita ad almeno 180 persone.

Libia
Nuovo allarme per la situazione umanitaria in Libia. A lanciarlo il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon: “la tregua è lontana” – ha affermato – dicendosi preoccupato soprattutto per Misurata sotto l’assedio delle forze di Gheddafi ormai da due mesi. Per l’Unicef servono almeno 20 milioni di dollari per fronteggiare le necessità di donne e bambini. Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite, in questi tre mesi, circa 800 mila persone hanno lasciato le proprie case per cercare riparo nei Paesi limitrofi.

Egitto
Alla vigilia del processo contro l’ex ministro degli Interni egiziano, Habib El Adly, per vari capi d’accusa, inclusa l’uccisione di diversi manifestanti durante i giorni della protesta in Piazza Tahrir, Amnesty International sollecita le autorità a garantire giustizia a tutte le vittime della repressione. In un rapporto pubblicato oggi l’organizzazione denuncia l’uccisione di 840 persone, il ferimento di seimila, alcune delle quali con lesioni permanenti e il pesante ricorso alla tortura. Si chiede inoltre un risarcimento economico per le vittime, compreso il pagamento delle spese mediche. Paolo Ondarza ha intervistato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia:RealAudioMP3

R. – Nelle settimane che passeranno alla storia - come sono già passate, in parte - di gennaio, febbraio, in cui è stato fatto il primo passo per porre fine a una dittatura, ci sono state violazioni di diritti umani in modo cospicuo. 800 e più persone uccise durante le manifestazioni, arresti arbitrali, periodi di detenzione, torture, maltrattamenti, stupri. Tutto questo rischia di avere uno sbocco verso la giustizia soltanto parziale attraverso il processo all’unico fino al momento indiziato, che è il ministro degli Interni, che dovrebbe andare sotto processo tra 48 ore. Ma non è immaginabile che poi il tutto si risolva in un processo nei confronti di una sola persona giacché tanto le forze di sicurezza legate al precedente regime, quanto le forze armate che sono il perno su cui ruota l’attuale governo transitorio, hanno delle responsabilità che devono essere accertate per fare giustizia.

D. – Ci sono prove schiaccianti, denunciate, dell’uso della forza eccessiva segno di flagrante disprezzo per la vita …

R. – Parliamo della modalità con cui sono state assassinate le persone che manifestavano in piazza Tahrir: persone uccise con colpi di arma da fuoco esplosi da distanza ravvicinata sulla parte superiore del corpo, molte persone colpite alla testa e al petto, altre rimaste prive di vista in modo definitivo, ci sono state le torture praticate nelle prigioni militari… Perché si apra una pagina nuova dell’Egitto bisogna che ci siano processi e ci sia un accertamento delle responsabilità.

D. – E non solo chiedete giustizia per chi ha subito tortura ma anche un impegno alle autorità a sradicare la tortura…

R. - Questo è indispensabile. Se vogliamo fare un passo successivo a quello necessario di far cadere il dittatore, occorre far cambiare le leggi e uno stato d’emergenza che ha dato poteri incontrollati alle forze di sicurezza per arrestare, ridurre al silenzio gli oppositori e praticare le torture.

D. - Tra le varie richieste di Amnesty International c’è quella di un risarcimento economico da valutare caso per caso da dare a quanti colpiti direttamente o indirettamente dalla repressione…

R. - Intanto occorre tener conto del fatto che tantissime, migliaia di persone, seimila almeno rimaste ferite, hanno il problema di pagarsi le cure, le spese mediche, cure che a volte dureranno molto tempo. Inoltre l’idea che si faccia un risarcimento non tenendo conto né delle ferite riportate, né dei danni provocati anche sul piano economico, oltre che prima di tutto umano, della perdita di una persona in famiglia e che si riduca tutto a dare una somma uguale per tutti o una tantum, questo evidentemente non va bene.

D. – Amnesty International ha valutato positivamente la “primavera” del mondo arabo, le rivolte che ci sono state negli ultimi mesi. Ritenete che l’attuale governo transitorio in Egitto sia in grado di accogliere le vostre richieste?

R. – Sono abbastanza dubbioso su questo, in questa fase, perché lo stato d’emergenza rimane ancora in vigore, perché ci sono leggi che non vanno bene come ad esempio quella che limita fortemente le manifestazioni e gli scioperi. Abbiamo avuto notizia proprio questa mattina della condanna a morte di un minorenne al momento del reato per uno stupro compiuto nei confronti di una sua coetanea. E’ una fase in cui c’è molto veramente molto da fare.

D. – Siamo in una fase cruciale, le cose potrebbero migliorare ma potrebbero o rimanere come prima o peggiorare?

R. – Peggiorare potrebbe essere difficile perché gli ultimi anni sotto Mubarak sono stati anni terribili dal punto di vista dei diritti umani. Però ci sono dei brutti segnali. Ad esempio il fatto che le donne siano state rimesse al loro posto pur avendo avuto una parte di straordinario protagonismo durante la rivolta di piazza Tahrir. Ci sono stati casi brutti di violenza nei confronti delle donne da parte dei militari: donne che hanno denunciato di essere state sottoposte a test della verginità, costrette a denudarsi e minacciate di essere incriminate per prostituzione per toglierle dalle piazze e perché evidentemente secondo chi governa l’Egitto il loro posto non è nelle piazze. Quindi il rischio è che se non peggiori la situazione non migliori. Questo sarebbe decisamente un peccato per l’Egitto perché la sua popolazione merita un cambio di pagina molto netto.

Bin Laden
Al Qaeda ha diffuso su internet un audio messaggio – forse l’ultimo - registrato da Osama Bin Laden prima di essere ucciso. Il leader della rete terroristica esorta ad “abbattere i tiranni del mondo arabo” elogiando le rivolte in Tunisia ed Egitto, senza fare invece riferimento alle altre aree di crisi come Siria e Yemen. Bin Laden raccomanda, inoltre, di creare una struttura capace di fornire “consigli rivoluzionari” agli aspiranti rivoltosi per fare in modo che le proteste si estendano in tutta la comunità islamica.

Obama
C’è attesa per conoscere il piano di pace per il Medio Oriente messo a punto dalla Casa Bianca. Il presidente Obama lo annuncerà alle 16,30 ora italiana. Secondo le prime anticipazioni si tratta di un piano di sostegno economico, di alcuni miliardi di dollari, destinato a sostenere il cambiamento democratico in tutto il mondo arabo. La stampa statunitense sostiene che si tratta di una manovra simile e quella messa in campo nell’Europa dell’Est alla fine della Guerra Fredda.

Irlanda
Prosegue lo storico viaggio in Irlanda della regina Elisabetta II d’Inghilterra che ieri ha visitato lo stadio Croke Park di Dublino, dove nel 1920 le truppe britanniche spararono sulla folla uccidendo 14 civili come rappresaglia all’assassinio da parte dell’Ira di altrettanti agenti. In serata, in un discorso al Castello di Dublino, la regina ha ammesso gli errori del passato e ha invitato a guardare al futuro. Il servizio è di Enzo Farinella:RealAudioMP3

Durante la cena in suo onore, la regina ha riconosciuto il doloroso testamento delle relazioni tra Gran Bretagna e Irlanda, ma ha voluto sottolineare come nessuno, guardando al futuro, potesse immaginare la forza dei legami tra le due isole, pur riconoscendo il dolore, le turbolenze e le perdite del passato. A quanti hanno sofferto come conseguenza di tale passato turbolento vadano i miei pensieri sinceri e il mio cordoglio profondo". Comunque é importante perdonare e riconciliarsi. Dobbiamo inchinarci al passato e non rimanerne prigionieri. E il presidente McAleese, salutando la regina Elisabetta e i 172 ospiti, tra i quali erano assenti rappresentanti del partito nazionalista Sinn Fein di Gerry Adams, ha sottolineato come la visita sia il culmine del successo del processo di pace. "Non possiamo cambiare il passato, ma possiamo scegliere di cambiare il futuro". "Questa sera celebriamo un nuovo capitolo nelle nostre relazioni, una nuova era di progresso, partenariato ed amicizia", ha detto il presidente Mary McAleese.

Italia-politica
Politica italiana. “Nessuno strappo”. Così il leader del Carroccio Bossi, al termine del primo faccia a faccia con il premier Berlusconi dopo la sconfitta del centro destra alle amministrative, che si è svolto oggi a Palazzo Chigi. “L’incontro è andato bene” – ha detto Bossi - ma serve “un progetto per il cambiamento”. In precedenza, durante il Consiglio dei Ministri, Berlusconi aveva rassicurato sulla tenuta della maggioranza chiedendo comunque di limitare le assenze dei parlamentari in aula per evitare incidenti.

Italia immigrazione
Ripresi gli sbarchi di immigrati a Lampedusa. Stamattina è giunto un barcone proveniente dalla Libia con 208 persone a bordo. Tutti sono stati trasferiti nel centro di prima accoglienza, mentre a largo dell’isola è stata avvistata un’altra imbarcazione in arrivo, su cui viaggiano circa 200 migranti.

Sudafrica
L’African National Congress (Anc) si conferma primo partito del Sudafrica sebbene in calo rispetto alle ultime consultazioni elettorali. E’ quanto emerge dai primi dati sul voto amministrativo di ieri diffusi oggi dalla Commissione elettorale indipendente, secondo cui l’Anc avrebbe finora ottenuto circa il 60% dei consensi. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata e Gabriele Papini)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 139







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