Mons. Zimowski: garantire l’accesso universale alle cure sanitarie entro il 2015
Incentivare la cooperazione di tutta la famiglia umana per garantire l’accesso universale
alle cure sanitarie entro il 2015. L’esortazione arriva dall’arcivescovo Zygmunt Zimowski,
presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, intervenuto ieri alla
64.ma Assemblea Mondiale della Salute in corso a Ginevra, come capo della delegazione
della Santa Sede. Mons. Zimowski si rivolge in particolare ai “Paesi ad alto reddito”
affinché non soltanto promettano, “ma effettivamente soddisfino i loro impegni in
materia di assistenza allo sviluppo”. Al tal proposito il presule ricorda l'appello
di Benedetto XVI agli Stati economicamente più sviluppati a fare "il possibile per
destinare maggiori quote del loro prodotto interno lordo per gli aiuti allo sviluppo,
rispettando gli impegni che su questo punto sono stati presi a livello di comunità
internazionale”. Una solidarietà globale che viene fortemente chiamata in causa perché
“ben pochi Paesi a basso reddito hanno la possibilità di generare, dalle sole risorse
nazionali, i fondi necessari per ottenere l'accesso alla copertura sanitaria universale”.
Il presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari invita quindi tutti
i Paesi a “raccogliere fondi sufficienti, ridurre la dipendenza dal pagamento diretto
delle prestazioni sanitarie e migliorare l’efficienza e l’equità, eliminando così
le barriere di tipo economico che si frappongono all’accesso ai servizi, soprattutto
per le persone povere e svantaggiate”. Nel suo discorso, mons. Zimowski esprime poi
apprezzamento per gli sforzi compiuti per “l’eliminazione delle nuove infezioni da
HIV nei bambini, ampliando e ottimizzando il loro trattamento fino ad oggi rimasto
indietro rispetto ai progressi compiuti nel trattamento degli adulti”. Il capo delegazione
della Santa Sede pone inoltre l’accento sull’'importanza della “formazione per cambiare
i comportamenti umani e per una vita responsabile come elementi chiave della campagna
di prevenzione”. “In questo senso – aggiunge il presule -, e per quanto riguarda la
prevenzione da HIV/AIDS per i consumatori di droga, desidero esprimere le riserve
della Santa Sede sulla scelta della riduzione del danno e la sostituzione degli oppioidi
come misura preventiva tra i consumatori di droga, che pur potendo ritardare nuove
infezioni, in realtà non tratta o cura il malato al fine di restituirgli dignità e
favorirne l'inserimento sociale”. Circa il tema delle malattie non trasmettibili,
mons. Zimowski sottolinea la necessità di accrescere “l'impegno politico e la partecipazione
delle ONG e della società civile, in collaborazione con il settore privato, specialmente
nella promozione di iniziative di prevenzione, e soprattutto nell’incoraggiare stili
di vita sani”. Infine il presule ha ricordato ha ricordato che va incoraggiato “il
trasferimento del sapere in materia di misure e strumenti per la prevenzione degli
incidenti nei bambini ai Paesi a basso e medio reddito, dove si verifica il 95 % dei
decessi dei minori a seguito di infortuni”. (M.G.)