2011-05-19 14:56:00

Mons. Zimowski: garantire l’accesso universale alle cure sanitarie entro il 2015


Incentivare la cooperazione di tutta la famiglia umana per garantire l’accesso universale alle cure sanitarie entro il 2015. L’esortazione arriva dall’arcivescovo Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, intervenuto ieri alla 64.ma Assemblea Mondiale della Salute in corso a Ginevra, come capo della delegazione della Santa Sede. Mons. Zimowski si rivolge in particolare ai “Paesi ad alto reddito” affinché non soltanto promettano, “ma effettivamente soddisfino i loro impegni in materia di assistenza allo sviluppo”. Al tal proposito il presule ricorda l'appello di Benedetto XVI agli Stati economicamente più sviluppati a fare "il possibile per destinare maggiori quote del loro prodotto interno lordo per gli aiuti allo sviluppo, rispettando gli impegni che su questo punto sono stati presi a livello di comunità internazionale”. Una solidarietà globale che viene fortemente chiamata in causa perché “ben pochi Paesi a basso reddito hanno la possibilità di generare, dalle sole risorse nazionali, i fondi necessari per ottenere l'accesso alla copertura sanitaria universale”. Il presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari invita quindi tutti i Paesi a “raccogliere fondi sufficienti, ridurre la dipendenza dal pagamento diretto delle prestazioni sanitarie e migliorare l’efficienza e l’equità, eliminando così le barriere di tipo economico che si frappongono all’accesso ai servizi, soprattutto per le persone povere e svantaggiate”. Nel suo discorso, mons. Zimowski esprime poi apprezzamento per gli sforzi compiuti per “l’eliminazione delle nuove infezioni da HIV nei bambini, ampliando e ottimizzando il loro trattamento fino ad oggi rimasto indietro rispetto ai progressi compiuti nel trattamento degli adulti”. Il capo delegazione della Santa Sede pone inoltre l’accento sull’'importanza della “formazione per cambiare i comportamenti umani e per una vita responsabile come elementi chiave della campagna di prevenzione”. “In questo senso – aggiunge il presule -, e per quanto riguarda la prevenzione da HIV/AIDS per i consumatori di droga, desidero esprimere le riserve della Santa Sede sulla scelta della riduzione del danno e la sostituzione degli oppioidi come misura preventiva tra i consumatori di droga, che pur potendo ritardare nuove infezioni, in realtà non tratta o cura il malato al fine di restituirgli dignità e favorirne l'inserimento sociale”. Circa il tema delle malattie non trasmettibili, mons. Zimowski sottolinea la necessità di accrescere “l'impegno politico e la partecipazione delle ONG e della società civile, in collaborazione con il settore privato, specialmente nella promozione di iniziative di prevenzione, e soprattutto nell’incoraggiare stili di vita sani”. Infine il presule ha ricordato ha ricordato che va incoraggiato “il trasferimento del sapere in materia di misure e strumenti per la prevenzione degli incidenti nei bambini ai Paesi a basso e medio reddito, dove si verifica il 95 % dei decessi dei minori a seguito di infortuni”. (M.G.)







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