Filippine: i vescovi spiegano perchè hanno rotto con il governo sulla legge sul controllo
delle nascite
Il dialogo fra Chiesa e governo filippino sul Documento per la Salute riproduttiva
si interrompe, in quanto non vi sono più le condizioni per portarlo avanti e perché
“dobbiamo rispettare i nostri principi e valori”: è quanto affermano i vescovi filippini
in una lettera inviata al governo – e giunta all’agenzia Fides – in cui si spiega
perchè la Chiesa ha abbandonato il tavolo delle trattative sul controverso Documento,
attualmente in discussione nel Parlamento filippino. Nella missiva, firmata dal presidente
della Conferenza episcopale, mons. Nereo Odchimar, vescovo di Tandag, la Chiesa esplicita
la sua posizione in materia, confermando ufficialmente l’intenzione di interrompere
il dialogo con l’équipe presidenziale. Pur ringraziando “per l’opportunità offerta
di studiare possibili aree di collaborazione, nell’interesse della popolazione”, i
vescovi spiegano che il processo è giunto al punto in cui “dobbiamo stare dalla parte
degli insegnamenti e dei principi, come ci richiede la nostra missione”. I presuli,
d’altro canto, assicurano di continuare a pregare per il Presidente Benigno Aquino
e per tutta la sua amministrazione, confidano in una risoluzione della controversia,
nell’ottica del bene comune della nazione . Il dialogo fra la Chiesa e il governo
è finito su un binario morto da quando il Presidente ha enunciato i suoi “cinque punti
irrinunciabili”: alcuni di questi, notano i vescovi, non si conciliano con i principi
“non negoziabili” della dottrina della Chiesa. I “cinque punti” resi noti da Aquino
sono: contrarietà all’aborto; dare alla coppie il diritto di scegliere come gestire
la propria vita familiare; il rispetto, da parte dello Stato, del diritto degli individui
a seguire la propria coscienza, morale o religione, sulla sacralità dell’essere umano;
la responsabilità dello Stato di provvedere alle coppie povere o svantaggiate con
una corretta informazione; nel ventaglio di informazioni fornite dallo Stato, i metodi
naturali di pianificazione delle nascite e i “metodi moderni” devono essere presentati
come equivalenti ed entrambi disponibili. Per metodi cosiddetti “moderni” si intendono
i metodi artificiali di pianificazione familiare, gli anticoncezionali, i preservativi,
etc. Intanto fra gli attivisti pro vita nelle Filippine, molto attivi nella campagna
di sensibilizzazione delle coscienze, fa capolino con sempre maggiore insistenza l’idea
della “disobbedienza civile” – che include il rifiuto di pagare le tasse – che verrebbe
messa in atto se il Documento venisse approvato. (R.P.)