La regina Elisabetta nello stadio di Croke Park, teatro del Bloody Sunday del 1920
Nel secondo giorno del suo storico viaggio in Irlanda, la Regina Elisabetta d'Inghilterra
visita oggi lo stadio Croke Park di Dublino, dove nel 1920 le truppe britanniche spararono
sulla folla uccidendo diversi civili, come rappresaglia all’assassinio da parte dell’Ira
di alcuni agenti. Da Dublino, Enzo Farinella:
Le emozioni
vissute ieri durante le deposizioni di corone d'alloro da parte della Regina d'Inghilterra,
Elisabetta II, e della presidente d'Irlanda, Mary McAleese, nel Giardino delle Rimembranze
- in onore delle vittime irlandesi immolatesi per la libertà della loro nazione -
e il minuto di silenzio che ne è seguito, rimarranno tra le memorie più vive di questa
storica visita della regina inglese in terra d'Irlanda. E' vero, ci sono state scaramucce
varie tra dimostranti e polizia - con 21 arresti ed esplosioni anche durante la notte
da parte di dissidenti repubblicani - ma questa visita è un punto di svolta, un nuovo
inizio nelle relazioni anglo-irlandesi e nel processo di riappacificazione di tutta
l'isola. Oggi, dopo la visita alla birreria Guinness, la Regina Elisabetta ha incontrato
il Parlamento irlandese, salutata dal primo ministro Enda Kenny. Tutti si aspettano
nuove emozioni quando, questo pomeriggio, la sovrana inglese si recherà a Croke Park.
Questo, infatti, non è solo uno stadio ma il luogo simbolo dell’anima nazionalista
irlandese, dove Sua Maestà metterà piede cento anni dopo l’ultima visita in Irlanda
di un monarca britannico. Qui nel 1920, durante la guerra civile in Irlanda, poliziotti
inglesi hanno sparato sulla folla, causando la morte di 16 persone. Quel 21 novembre,
il giorno della strage allo stadio di Croke Park, è una ferita che sanguina ancora:
è il Bloody Sunday, la domenica di sangue che darà lo stesso nome, 52 anni dopo, ad
un’altra strage, quella di Derry. Che la Regina inglese visiti Croke Park è una decisione
coraggiosa quanto la deposizione della corona di alloro, ieri, nel Giardino delle
Rimembranze per onorare i martiri dell'indipendenza della nazione irlandese. Poco
prima di Croke Park, Regina e capo di Stato hanno visitato anche il monumento al Milite
Ignoto, in memoria dei caduti della Seconda Guerra Mondiale.
A scandire
i tempi della visita della Regina Elisabetta in Irlanda è dunque il calendario delle
tensioni e delle tragedie che, negli anni, hanno diviso Londra e Dublino. Eppure si
parla di un viaggio storico. Ascoltiamo Paddy Agnew, corrispondente dell’Irish
Times a Roma, intervistato da Giada Aquilino:
R. - Chiamarlo
storico è il minimo. I rapporti fra Irlanda e Gran Bretagna sono stati molto difficili
per più di 800 anni. Vedere quindi la regina, ieri, che si recava al Garden of Remembrance,
per rendere omaggio a coloro che hanno combattuto per l’indipendenza irlandese e vederla
oggi far visita al Croke Park, lo stadio di calcio gaelico dove nel 1920 ci fu un
massacro ad opera dell’esercito britannico, è un qualcosa di molto forte e simbolico.
Speriamo che questo possa aiutare tutti a cambiare pagina e ad andare avanti positivamente.
D.
- Negli ultimi anni le due nazioni si sono molto riavvicinate. Cosa ha influito?
R.
- Ci sono stati 30 anni di guerra nell’Irlanda del Nord fra repubblicani e unionisti,
fra coloro che volevano l’indipendenza dalla Gran Bretagna e chi, invece, voleva mantenere
questo legame. I tempi sono cambiati. Sono cambiati anche perché la maggioranza degli
irlandesi ha voluto la pace, che è stata poi dichiarata nel 1998.
D.
- Non a caso la Regina ha incontrato i padri degli accordi del Venerdì Santo del 1998,
John Hume e David Trimble…
R. - Sì, ha incontrato molti protagonisti
del processo di pace e la stessa presidente irlandese, Mary McAleese, ha giocato un
ruolo in questo.
D. - E’ possibile che, in tale processo di riavvicinamento,
abbia influito anche la crisi economica in corso?
R. - Bisogna dire
che la Gran Bretagna è stata molto solidale con l’Irlanda, negli ultimi anni.
D.
- Dopo la visita di Elisabetta II, toccherà ad Obama andare in Irlanda. Può significare
che il legame tra Londra e Dublino è pari solo a quello che unisce Dublino a Washington?
R.
- Sì, è ovvio. Per gli irlandesi non ci sono altre cancellerie più importanti se non
quelle inglesi e americane. (vv)