2011-05-17 15:59:14

Si celebra nel mondo la Giornata contro l'ipertensione arteriosa


Ricorre oggi la settima Giornata Mondiale contro l’ipertensione arteriosa, comunemente detta "pressione alta". Una patologia che, se non tenuta sotto controllo, può provocare infarto e ictus. I valori medi in cui ci si dovrebbe mantenere sono 135 per la pressione massima e 85 per la minima. Per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi correlati all’ipertensione arteriosa, oggi verranno allestite sul territorio italiano circa 100 postazioni nelle quali la Siia - la Società italiana ipertensione arteriosa - offrirà a tutti la misurazione gratuita della pressione e distribuirà materiale informativo e indicazioni utili per la conoscenza dei propri valori. Quest’anno, la Giornata promossa dalla "World Hypertension League" ha per l'appunto come tema “Conosci i valori della tua pressione e raggiungi l’obiettivo”. Ma quanto è diffusa l’ipertensione arteriosa in Italia e nel mondo occidentale? E come prevenirla? Al microfono di Eliana Astorri, risponde il prof. Antonio Rebuzzi, associato di Cardiologia e direttore dell’Unità per la diagnosi del Dolore Toracico del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma.RealAudioMP3

R. – L’ipertensione è diffusissima non solo in Italia, ma in tutto il mondo occidentale, perché in realtà molto dipende da fattori legati anche allo stile di vita che abbiamo. Noi sappiamo, ad esempio, che nei Paesi occidentali si mangia più salato: la conservazione dei cibi molto spesso comporta un aumento di sale. Tant’è vero che, circa sei mesi fa, anche negli Stati Uniti il presidente Obama ha indetto una campagna per ridurre il sale nei cibi degli americani. Il sale è una determinante importantissima nello sviluppo dell’ipertensione.

D. – Ma, indipendentemente dal sale, c’è una familiarità?

R. – Diciamo questo: l’ipertensione è un sintomo che deriva da numerosi fattori. Può derivare da alterazioni endocrine, può derivare da familiarità, può derivare da abitudini di vita. Cioè, non è un meccanismo che dipende da un solo fattore, ma spesso c’è una concomitanza di fattori.

D. – Quali sono i sintomi?

R. – Il problema dell’ipertensione, che spesso è anche un problema del diabete, è che non ce ne rendiamo conto facilmente. Ce ne rendiamo conto quando già ci sono i primi segni di patologia di organo. Un sintomo tipico, ad esempio, può essere il mal di testa: la cefalea è uno dei segni premonitori perché la pressione alta causa una cefalea sorda, cioè una specie di pesantezza alla testa più che un attacco cefalalgico, tipo mal di testa con vomito, eccetera.

D. – E’ sottovalutato il problema della pressione?

R. – Assolutamente sì. Anche per un fatto importante: gli ipertesi stanno “bene”, nel senso che quando noi poi diamo una terapia e abbassiamo la pressione, i pazienti – paradossalmente – si sentono peggio. Per un motivo semplice, e faccio un paragone forse azzardato: se uno va a 190 km/h con la macchina, va veloce; se lo porti a 130, la persona pensa di stare fermo, con la macchina. E negli ipertesi succede un po’ così: chi è abituato ad andare ad una pressione di 160- 160, quando lo porti a 120 si sente debole. E questo fa sì che una buona parte dei pazienti ipertesi poi sospendano la terapia. L’alimentazione, inoltre, è uno dei componenti fondamentali per lo sviluppo dell’ipertensione…

D. – A certi livelli, togliere il sale dall’alimentazione, può addirittura far evitare di assumere farmaci?

R. – Assolutamente sì. I farmaci che abbiamo contro l’ipertensione, in realtà, quali sono? O i diuretici, che tolgono l’acqua dai tubi; o alcuni farmaci di tipo beta-bloccante, che servono a ridurre la forza della pompa; oppure farmaci come i calcio-antagonisti, che allargano i tubi e quindi, essendo i tubi più larghi, la pressione all’interno scende. Se tuttavia assieme a questa terapia si continua a mettere sale e quindi acqua nei tubi, tutto diventa un controsenso. Io ritengo che lo stile di vita sia una componente primaria e fondamentale nella cura dell’ipertensione. Noi sappiamo che sicuramente lo stress fa salire la pressione, quindi fare una vita stressante – e purtroppo la facciamo – sicuramente fa sì che anche e soprattutto chi è predisposto possa andare incontro all’ipertensione. Una dieta povera in colesterolo è utile: noi sappiamo che i formaggi, soprattutto quelli stagionati, sono ricchissimi di sale, oltre che di grassi. E poi, per chi è iperteso io consiglierei di fare uso di cibi freschi ed evitare i cibi conservati. Per esempio, i piselli in scatola contengono una quantità di sale oltre 50 volte superiore ad una eguale quantità di piselli freschi. Allora, se mangio i piselli in scatola in realtà mangio 50 volte il sale che mangerei.

D. – Cosa pensa delle Giornate mondiali dedicate alle patologie?

R. – Io sono sicuramente favorevole ma non tantissimo ottimista, in questo senso: l’impatto di una pubblicità, di una comunicazione sul pubblico dura abbastanza poco. Per questo, io sono favorevole alle “Giornate” in quanto a impatto, ma se poi questa comunicazione non viene ripetuta più volte durante l’anno, non so quale possa essere la reale efficacia di queste giornate. (gf)







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