2011-05-17 14:37:35

La solidarietà dei vescovi coreani per i terremotati del Giappone


“In Giappone è rinata la preoccupazione per il prossimo e la compassione e l’aiuto reciproco” dopo il terremoto e lo tsunami dell’11 maggio. Lo ha dichiarato, come riporta l'agenzia AsiaNews, mons. Pietro Kang U-il, presidente della Conferenza episcopale coreana, visitando la diocesi di Sendai, tra le più colpite dal disastro. “I disastri naturali pongono un grave interrogativo a tutti i credenti che si chiedono perché Dio li permetta – ha anche dichiarato il presule - ma attraverso questi disastri Dio prepara grandi grazie all’umanità. Ed è su questo che ci si deve concentrare”. Il cambiamento che si può osservare in Giappone, ha concluso il vescovo “è un seme che sta germogliando, un nuovo orizzonte per la società nipponica”. Mons. Kang U-il, insieme a mons. Pietro Lee Ki-heon, che guida il Forum di riconciliazione tra i vescovi coreani e giapponesi, ha portato a Sendai il ricavato di una colletta speciale effettuata in aprile in tutta la Corea del Sud. Fonti della delegazione sudcoreana hanno poi commentato: “Più che i soldi ha contato la vicinanza e l’amicizia tra i cattolici dei due Paesi”. Tra Corea e Giappone i rapporti sono storicamente difficili, a causa della politica coloniale aggressiva di Tokyo, terminata solo con la fine della Seconda Guerra mondiale. Dopo il terremoto, tuttavia, le autorità di Seul hanno espresso la loro vicinanza al Paese nipponico. La Chiesa cattolica è sempre stata in prima fila nei tentativi di riappacificazione tra le popolazioni: i vescovi coreani e giapponesi hanno anche concordato da anni uno “scambio” di sacerdoti, che trascorrono lunghi periodi nelle parrocchie dell’altro Paese. La visita dei vescovi coreani, dunque, “corona anni di duro lavoro”. I due presuli coreani, accompagnati dal vescovo locale, mons. Tetsuo Hiraga, hanno visitato la cattedrale, danneggiata dal terremoto, e il Centro di sostegno della diocesi, dove hanno ricevuto un messaggio di benvenuto scritto dai bambini della zona. “Spezza il cuore vedere le condizioni dei sopravvissuti – ha commentato mons. Kang U-il – ma si sente la presenza della Divina Provvidenza”. (D.M.)







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