2011-05-17 15:47:42

La Dottrina sociale della Chiesa e il ruolo protagonista del laicato per rispondere alle nuove sfide sociali


Evangelizzazione del sociale, nuove disparità, beni comuni, politiche del lavoro: i temi all’esame di oltre 200 delegati di tutto il mondo, convocati a Roma dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace per animare il Congresso, aperto lunedì scorso, su “Giustizia e globalizzazione”. Tre giornate di lavoro tese a valorizzare la Dottrina sociale della Chiesa, a partire dall’Enciclica Mater et Magistra di Giovanni XXIII alla Caritas in Veritate di Benedetto XVI. Philippa Hitchen ha intervistato il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Dicastero pontificio:RealAudioMP3

R. - Sono passati 50 anni dalla promulgazione di questa Enciclica di Giovanni XXIII. Come tutte le Encicliche aveva le sue radici nel sociale. In quel periodo, si potevano già rilevare grandi cambiamenti nel campo della scienza, della tecnologia; si cominciava a conquistare anche lo spazio… Era anche il periodo in cui molti Paesi del cosiddetto Terzo mondo avevano ottenuto l’indipendenza dai Paesi colonizzatori. La preoccupazione raccolta in questa Enciclica era che, dopo aver concesso l’indipendenza, questi Paesi non tornassero per una neo-colonizzazione, che consistesse nel prendere il controllo delle materie prime, delle risorse di questi Paesi. E purtroppo proprio questo si è verificato.

D. – E infatti, molti dei problemi sono rimasti uguali 50 anni dopo…

R. - In questo senso, l’Enciclica è stata profetica. Anche l’agricoltura si è trovata in un periodo di meccanizzazione: l’Enciclica invocava un prezzo adeguato, il prezzo giusto dei prodotti cosicché i coltivatori non avessero a soffrire della diseguaglianza dei prezzi. Oggi, abbiamo lo stesso problema. L’agricoltura in America e in Europa è sovvenzionata dallo Stato. I Paesi poveri dell'Africa e dell'Asia, invece, non sono sovvenzionati. Come fanno quindi a competere a livello di prodotti e prezzi? Alcuni di questi problemi sono reali ancora adesso, però ci sono tante iniziative che mostrano che non tutto è perduto, perché anche se la soluzione non è visibile nell’immediato, gli insegnamenti della Dottrina sociale della Chiesa possono essere sempre messi in pratica. Ci sono imprenditori che appartengono all’Uniapac (Union Internationale des Associations Patronales Catholiques) e vogliono testimoniare la fede attraverso le loro imprese: ci sono dei tentativi intorno a noi. Per esempio, si dimostra come si possa trasformare la vita della comunità nel villaggio con l’energia solare; c’è un’iniziativa in un paesino del Messico, un’iniziativa italiana, che ha cambiato la vita del villaggio… Ci sono tantissime piccole iniziative e in questo Congresso vogliamo dire semplicemente questo.

D. - Cioè, diffondere l’ottimismo?

R. – Certo, anche questo. Ma soprattutto che il cambiamento è possibile, che gli insegnamenti della Dottrina sociale della Chiesa sono applicabili. Ci vuole un piccolo cambiamento del cuore per far diventare tutto questo un’esperienza universale. Per questo ci siamo riuniti. (bf)

Tra gli aspetti più sottolineati durante i lavori del Congresso, vi è la necessità di un laicato protagonista. Ma come rilanciare il ruolo dei laici in ambito socio-poltico-economico? Roberta Gisotti lo ha chiesto alla dott.ssa Flaminia Giovanelli, sottosegretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace:RealAudioMP3

R. – Personalmente, credo sia necessaria la formazione dei giovani. Di questo si è parlato in varie circostanze in questi ultimi mesi. E’ importante cominciare anche dagli adolescenti, perché vediamo che quando vanno all’università – come ci è stato detto da docenti di politica del lavoro, di economia – i giovani sono già formati. Bisogna quindi cominciare da prima, con una sensibilizzazione all’impegno sociale, accompagnato da azione ed impegno personale. E’ uno dei motivi per i quali abbiamo voluto, per una questione abbastanza originale nei nostri convegni, una terza giornata domani dedicata alle cosiddette ‘buone pratiche’, proprio per mostrare come i principi della Dottrina sociale della Chiesa siano anche applicabili e possano funzionare, non soltanto in progetti che hanno un carattere di volontariato, ma anche in un’economia che rende profitto.

D. – Ma c’è abbastanza spazio per i laici nelle strutture ecclesiali? Perché sovente si sente fare questa lamentela da parte dei laici?

R. – In effetti, onestamente, non è sempre al meglio questo inserimento dei laici. Ma devo anche dire che le nostre Commissioni Giustizia e Pace sono tutte quante formate per la maggior parte da laici. Diceva Paolo VI che la Commissione Giustizia e Pace deve essere come il gallo sul tetto per ascoltare quello che succede nel mondo. E chi è in prima linea nel mondo e nell’impegno di carattere sociale, politico ed economico sono i laici. Del resto, anche il Concilio affida proprio ai laici la funzione nell’impegno politico. Quindi, nelle nostre commissioni, i membri laici sono comunque preponderanti.

D. – Quindi, sarà bene anche allargare questa esperienza positiva, che hanno maturato negli anni le Commissioni Giustizia e Pace…

R. – Sì, ma certo bisogna vedere poi all’interno, nelle istituzioni ecclesiali, come muoversi…

D. – Il Papa, ricevendo ieri i partecipanti al Congresso, si è detto in particolare preoccupato anche del fenomeno legato alla speculazione finanziaria, che dopo la crisi del 2008 purtroppo è ripreso in grande scala…

R. – Sì, il Consiglio si è occupato di questo proprio all’inizio, al manifestarsi della crisi. Infatti, abbiamo pubblicato un documento che chiedeva lo studio di un nuovo patto finanziario internazionale, perché si era visto che la finanza aveva perso la sua funzione di ponte fra il capitale e la sua funzione produttiva e che quindi era la parte speculativa ad avere la preponderanza. Purtroppo, c’è anche questo nuovo rischio di crisi alimentare mondiale, e molte volte una parte della crisi alimentare è dovuta a una questione speculativa. E’ molto, molto grave che queste forze speculative continuino ad operare come se niente accada. Probabilmente, il prossimo G20 affronterà questi temi e speriamo che ci possa essere qualche cambiamento.

D. – Quello che spaventa di più è che questa economia finanziaria ha eclissato proprio la persona, l’uomo…

R. – Questa è la funzione della Chiesa: quella di mettere la persona umana al centro di tutto. (ap)







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