Iraq: a Kirkuk rapito ed ucciso un giovane cristiano
“Un gesto disumano, contrario a ogni principio umano e religioso”: così l’arcivescovo
di Kirkuk, mons. Louis Sako, ha definito l’uccisione di Ashur Yacob Issa, il 29enne
che era stato rapito tre giorni fa all’uscita dal lavoro e il cui corpo è stato ritrovato
ieri mattina dalla polizia con orribili segni di torture. “Nessun uomo che crede in
Dio e ha rispetto della vita può commettere atti simili – ha detto il presule all'agenzia
AsiaNews – lancio un appello agli autori del gesto affinché pensino a chi è rimasto
senza padre e senza marito: se non ci sarà giustizia umana, presto o tardi ci sarà
quella divina”. Da giorni nel Paese i cristiani vivevano una situazione di tensione
nel timore di vendette dell’ala fondamentalista islamica per l’uccisione di Osama
Bin Laden, poi, domenica, il rapimento di Issa e la richiesta di centomila dollari
di riscatto alla famiglia. Le trattative, però, non sono andate a buon fine e ieri
mattina il ritrovamento del cadavere orribilmente sfigurato. La crudeltà dell’omicidio
ha suscitato reazioni di sdegno e tristezza in tutta la popolazione della città, soprattutto
quella cristiana. L’arcivescovo di Kirkuk, infine, ha chiesto ai responsabili della
sicurezza di promuovere iniziative affinché “tutte le persone di buona volontà si
uniscano per proteggere i cittadini”. (R.B.)