2011-05-17 16:12:19

Belgio, incarico a Di Rupo per la formazione dell'esecutivo che manca da un anno


Dopo un anno senza governo, in Belgio si tenta di arrivare ad un nuovo esecutivo. Il re Alberto II ha infatti dato ieri a Elio Di Rupo, leader di origini italiane dei socialisti francofoni, l'incarico di formare il prossimo governo, a seguito delle dimissioni del precedente il 26 aprile 2010. Di Rupo è uscito vincitore, nella Vallonia di lingua francese, dalle elezioni del 13 giugno scorso. Nelle Fiandre di lingua fiamminga, invece, ha trionfato il partito indipendentista N-Va, guidato da Bart De Waever. Da allora, nessuna mediazione ha permesso di superare lo stallo. Su questo nuovo capitolo della politica belga, Giada Aquilino ha intervistato David Coppi, giornalista del quotidiano di Bruxelles Le Soir:RealAudioMP3

R. - E’ un capitolo molto importante, perché le elezioni in Belgio si sono svolte ormai un anno fa, il 13 giugno 2010: un anno è passato e la crisi è ancora in corso. Dunque, il re ha dato l’incarico a Elio Di Rupo, forse per un ultimo tentativo, per provare a riavvicinare il nord e il sud del Paese: i partiti fiamminghi e i partiti di lingua francese, della Vallonia e di Bruxelles.

D. - Che possibilità ha Elio Di Rupo di formare un governo ora?

R. - E’ molto difficile. La crisi è molto profonda. Alle elezioni di un anno fa, nelle Fiandre, ha stravinto un partito che si chiama N-Va, il suo leader è Bart De Waever: si tratta di un partito nazionalista-separatista che vuole l’indipendenza delle Fiandre. Tutta la difficoltà è qui: bisogna capire se questo partito è capace o no di gestire la situazione e di accettare che il Belgio si mantenga con un governo. Se questo partito accetterà un compromesso, allora tutto sarà possibile e Elio Di Rupo, probabilmente, sarà a settembre il nuovo capo del governo in Belgio.

D. - Se invece non si dovesse giungere a un compromesso, a un accordo, quali scenari si aprono per il Belgio?

R. - Un primo scenario è che il governo che gestiva il Paese prima delle elezioni del giugno 2010 resti in carica, anche se con poteri un po’ ridotti: si tratta di un governo di coalizione, con cristiani democratici e con socialisti e il primo ministro è il cristiano democratico fiammingo, Yves Leterme. Un altro scenario che potrebbe imporsi a questo punto è quello delle elezioni, che in realtà porrebbero degli interrogativi: chissà che risultato potrebbero dare nelle Fiandre; forse il partito nazionalista e separatista potrebbe diventare ancora più forte dopo le consultazioni. (mg)







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