2011-05-16 15:23:21

Ondata di violenze nella Nigeria del nord dopo la rielezione del presidente Jonathan Goodluck


Oltre 800 vittime in tre giorni. A denunciarlo è l’organizzazione internazionale di difesa dei diritti dell’uomo Human Rights Watch sugli scontri seguiti alle presidenziali di aprile in Nigeria, che hanno riconfermato come capo dello Stato Goodluck Jonathan. Human Rights Watch fa riferimento a “violenze sanguinose tra comunità” nel nord del Paese e in particolare “in dodici Stati'' sui 36 del Paese più popoloso dell'Africa. La Croce Rossa nigeriana, nei giorni scorsi, aveva parlato di 74 mila sfollati causati dai medesimi scontri scoppiati subito dopo l’annuncio della vittoria di Goodluck Jonathan, un cristiano del sud, sul candidato musulmano del nord, il generale Muhammadu Buhari. La Chiesa nigeriana - come ricorda l’Agenzia Fides - aveva denunciato in diverse occasioni quei politici che avevano incitato i nigeriani all’odio: al momento comunque mons. John Namaza Niyiring, vescovo di Kano, nella parte settentrionale del Paese, conferma che la situazione nella zona è calma. Sulla degenerazione delle violenze di aprile, Giada Aquilino ha intervistato l’africanista Angelo Turco, docente di Geografia culturale all’Università de L’Aquila:RealAudioMP3

R. - In Nigeria la violenza è una realtà complessa perché la violenza nel Paese africano ha un aspetto legato alla sicurezza e un aspetto di tipo politico. Quello della sicurezza è un aspetto che riguarda la prevenzione e la repressione; e decisamente non funziona. L’abbiamo visto con le violenze elettorali per l’elezione di Jonathan Goodluck alla presidenza e per l’elezione dei governatorati. Questo non è casuale perché ci dà un’indicazione forte del fatto che la violenza nel nord è stata diretta da qualcuno almeno dei responsabili politici, che hanno dimostrato poca maturità di fronte a questo voto. Poi c’è l’aspetto repressivo, in relazione al quale si deve tener conto della brutalità con cui le Forze di sicurezza si pongono di fronte ai problemi di violenza, imboccando spesso strade extralegali che arrivano fino all’omicidio.

D. – Gli scontri in Nigeria vengono spesso frettolosamente etichettati dalla stampa come scontri a sfondo religioso. Che tipo di violenze sono?

R. – La violenza come problema politico è una violenza che ha una triplice sfaccettatura. La prima violenza è quella che impropriamente viene chiamata di tipo religioso. La seconda è quella che ha che a fare con il Delta, quindi con la conflittualità tipica legata allo sfruttamento e all’espropriazione - come molti popoli del Delta pensano - delle risorse petrolifere. La terza violenza, che va assunta come dato politico, è quella che ha a che fare con il settarismo degli Stati centrali. La violenza detta impropriamente 'religiosa' in realtà ha poco a che fare con la religione e ha un po’ di più a che fare con la lettura o l’interpretazione politica dell’Islam, attraverso sia la volontà di applicare la sharia in alcuni Stati del nord, sia l’apparizione di formazioni estremiste. (bf)







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