2011-05-16 14:15:31

Lavorate con pazienza per la libertà religiosa nel vostro Paese: così il Papa ai vescovi indiani


“Onestà e sincerità sulle proprie credenze e rispetto per quelle degli altri”: la raccomandazione del Papa a tutti i fedeli indiani, nel discorso rivolto ai presuli del Paese asiatico, in visita ad Limina, ricevuti stamane nella Sala del Concistoro. Il servizio di Roberta Gisotti.RealAudioMP3

Se l’India “è sede di varie antiche religioni, incluso il cristianesimo”, qui l’annuncio del Vangelo “implica un delicato processo di inculturazione”, ha ricordato Benedetto XVI. Ciò richiede a sacerdoti, religiosi e laici catechisti di “attentamente impiegare le lingue e appropriarsi delle convenzioni dei popoli che servono nel presentare la Buona Novella” e ai vescovi di “sorvegliare questo processo con fedeltà alla fede tramandata a noi, da mantenere e trasmettere”. Da qui l’esortazione del Papa ai presuli indiani:

“Combine that fidelity with sensivity and creativity….
“Combinate quella fedeltà con la sensibilità e la creatività cosicché possiate dare una convincente ragione della speranza che è in voi”.

Riguardo al dialogo religioso, il Santo Padre si è detto consapevole delle difficili circostanze, affrontate da molti vescovi sempre “incoraggiando un clima di tollerante azione reciproca”. “Il vostro dialogo – ha indicato Benedetto XVI - dovrebbe essere caratterizzato da un costante riferimento a ciò che è vero, per favorire il mutuo rispetto evitando le apparenze di sincretismo”. Ha sottolineato il Papa l’importante ruolo dei pastori indiani per “i cristiani che si sforzano di vivere in pace ed armonia con i loro vicini di altre fedi”: “la vostra prudente guida sarà cruciale nell’impresa civile e morale di lavorare per la tutela dei fondamentali diritti umani della libertà religiosa e libertà di culto”. “Questi diritti - ha rammentato Benedetto XVI - sono basati sulla comune dignità di tutti gli esseri umani e sono riconosciuti nel concerto delle Nazioni”. Per questo “la Chiesa cattolica è impegnata a promuovere questi diritti per tutte le religioni nel mondo”. Quindi l’incoraggiamento ai presuli indiani “di lavorare pazientemente al fine di stabilire il terreno comune necessario per il godimento armonioso di questi diritti fondamentali” nelle loro comunità. Il Papa ha infine assicurato le sue preghiere per “questa delicata ed importante questione”, invocando sul lavoro pastorale dei vescovi indiani la grazia dalla Beata Teresa di Calcutta, “il cui paziente, personale servizio al prossimo è stato sostenuto dall’amore di Cristo”.







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