Il vescovo di Los Angeles: la legge sull’immigrazione rispetti l'unità delle famiglie
“Bisogna che il presidente degli Stati Uniti e i membri del Congresso lavorino insieme,
per poter finalmente rendere esecutiva la nuova legislazione sull’immigrazione”. Lo
ha dichiarato, martedì scorso, il vescovo coadiutore di Los Angeles, mons. Josè Horacio
Gomez, facendo riferimento al discorso pronunciato dal presidente Barack Obama a El
Paso, in Texas, di fronte alla frontiera fortificata tra Stati Uniti e Messico. “La
mancata attuazione della nuova legge provoca il moltiplicarsi di regolamentazioni
da parte delle autorità locali”, ha continuato il presule, presidente del Comitato
sulle migrazioni della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb). “Questa precaria
situazione – ha ricordato- produce maggiori ingiustizie e anche abusi sia verso i
cittadini degli Stati Uniti sia, soprattutto, nei riguardi della comunità degli immigrati.
In questa riforma bisognerà prevedere delle norme che rafforzino e salvaguardino l’unità
delle famiglie degli immigrati”, ha dichiarato inoltre mons. Gomez, con riferimento
anche a chi oggi risiede illegalmente negli Stati Uniti. Il vescovo ha anche citato
“ il rispetto della dignità e il diritto al lavoro dei nostri fratelli e sorelle immigrati”,
ricordando che “questi valori sono parte integrante della cultura americana, di una
società che si è sempre definita ospitale e orgogliosa della propria storia nei confronti
dell’immigrazione”. Concetto, quest’ultimo, ribadito anche dal presidente Obama a
El Paso. Le dichiarazioni del presidente dell’Usccb, seguono altri appelli e iniziative
di mobilitazione sullo stesso tema promosse dall’episcopato statunitense. In questi
stessi giorni i senatori democratici Harry Reid, Dick Durbin e Bob Menendez hanno
annunciato di voler sottoporre di nuovo all’assemblea il Dream Act, progetto di legge
in favore della progressiva regolarizzazione degli immigrati minorenni. Il testo era
stato approvato nel 2010 dalla Camera dei Rappresentanti, ma bocciato, per soli cinque
voti, dal Senato. (D.M.)