2011-05-15 15:49:56

Nelle piazze italiane l’iniziativa Focsiv: per denunciare gli squilibri alimentari tra i Paesi del mondo


“Abbiamo Riso per una cosa seria”: ieri e oggi è ritornata nelle principali piazze italiane l’iniziativa della Focsiv, Federazione degli organismi cristiani di volontariato internazionale, in collaborazione con la Coldiretti. L’obiettivo è il finanziamento di 23 progetti, in diversi Paesi poveri del mondo, a sostegno della produzione e dell’accesso al cibo della popolazione locale. A fronte di 5 euro di donazione, i volontari della Federazione offriranno un pacco di riso prodotto in Italia. Ma a quale realtà vuol sensibilizzare questa campagna? Lo spiega, nell’intervista di Adriana Masotti, Sergio Marelli, segretario generale della Focsiv.RealAudioMP3

R. – Fondamentalmente, è un’iniziativa che vuole rispondere al mancato diritto di quel miliardo di persone – questi sono i dati della Fao – che ancora oggi non ha accesso al cibo in quantità e qualità sufficiente, in particolare nei Paesi africani e nei Paesi del Sud del mondo …

D. – Ma quali sono le cause principali della fame e della malnutrizione, oggi?

R. – Penso che ci siano molte cause, anche se in particolare se ne riconoscono tre. La prima è una situazione geograficamente svantaggiata a causa del clima e soprattutto a causa dei cambiamenti climatici che colpiscono i Paesi poveri, che impediscono una crescita delle produzioni agricole. La seconda riguarda le speculazioni finanziarie: per la prima volta in questo 2011 si è ripetuta la crisi che si era prodotta nel 2007 sui prezzi delle derrate alimentari. Gli speculatori hanno investito, con operazioni appunto speculative, sui prezzi del mercato mondiale delle derrate alimentari, causando un’impennata dei prezzi che ha ridotto ulteriormente la possibilità dei poveri della terra di acquistare il cibo e gli alimenti sufficienti. E la terza causa risiede nelle politiche commerciali ingiuste, in particolare quelle che sostengono le agricolture del Nord, sussidiando le esportazioni delle eccedenze agricole ed invadendo così i mercati dei Paesi in via di sviluppo a prezzi di sottocosto, e quindi facendo una concorrenza sleale nei confronti dei prodotti di questi Paesi.

D. – Ventitre i progetti che la raccolta Focsiv intende finanziare. Ci fa qualche esempio?

R. – La distribuzione del riso nelle piazze, che Focsiv promuove in queste giornate, è intesa proprio a sostenere 23 progetti di accompagnamento di piccoli agricoltori nei Paesi del Sud del mondo. Sono progetti di sostegno di cooperative agricole nella Repubblica democratica del Congo, di formazione di cooperative di donne in Bolivia, nell’America Latina, o ancora sono progetti che sostengono la formazione di agricoltori nel Sudest asiatico. Investire nel sostegno all’agricoltura è oggi – secondo Focsiv – una delle vie maestre anche per garantire lo sviluppo di questi Paesi.

D. – Ed è un modo anche per reagire al fenomeno dell’immigrazione che tanto ci spaventa …

R. – Ma certo! Noi sentiamo continuamente dire che per regolamentare i flussi migratori bisogna incentivare una vita dignitosa e il rispetto dei diritti umani in questi Paesi, ma purtroppo continuiamo a constatare altrettanto che nulla viene fatto per rafforzare ed incrementare la cooperazione internazionale e per promuovere un auto sviluppo delle comunità e delle popolazioni locali che consenta loro di poter avere condizioni di vita dignitose nei propri Paesi d’origine, e di conseguenza si obbligano queste popolazioni a migrare, spesso intraprendendo viaggi che sono contro ogni speranza. Sostenendo questi progetti, invece, noi vorremmo proprio fornire uno stimolo anche alle autorità, ai governi e alle istituzioni internazionali per tradurre in atti concreti quelle promesse che si continuano a fare in linea teorica. Bisogna investire in questi Paesi non tanto per impedire che queste popolazioni migrino dai loro Paesi d’origine, quanto piuttosto – come afferma la Dottrina sociale della Chiesa – per garantire a tutti la possibilità di scegliere dove passare la propria vita, quindi dare a tutti la possibilità di avere una vita dignitosa anche nel proprio Paese d’origine. (gf)







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