2011-05-14 08:54:13

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica


In questa quarta Domenica di Pasqua, la liturgia ci propone il Vangelo del Buon Pastore. Gesù parla ai discepoli con una similitudine: “chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore”. Quindi aggiunge:

«Io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo».

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

In Palestina una scena del genere era molto familiare: pastori e greggi, pascoli e recinti, guardiani per il salario e pastori appassionati. Ma Gesù parla in un contesto speciale: i capi dei farisei avevano appena cacciato fuori dal Tempio il cieco nato, guarito da Gesù stesso, perché egli non voleva ammettere che quel guaritore fosse impostore. Perciò quei capi si erano mostrati pastori senza onestà, fissati nei loro pregiudizi, minacciosi contro chiunque incrinasse il loro potere dispotico. Su questo sfondo i due tipi di comportamento: c’è chi lo fa solo per interesse personale, senza amore né rispetto. E chi invece guida – cioè fa il pastore – con dedizione e amore, anche a grave rischio. La sintonia istintiva fra pastore e pecore è frutto di una dedizione piena, di una premura che genera intesa e conoscenza, dai gesti alla voce, allo stile. Gesù è pastore buono e servizievole, amato e seguito. Nell’immaginario collettivo, cioè la nostra reazione a pelle, questa similitudine del pastore e del gregge che lo segue docile, forse non è positiva. Perché ci teniamo alla nostra dignità e autonomia, e troppi vorrebbero imporsi e comandare dove andare e come vivere, per loro profitto. Abbiamo bisogno di guide vere, sagge e generose, dalle mani pulite e dal cuore onesto: che il Signore ce le conceda con abbondanza. E non solo sacerdoti buoni e santi, ma anche guide civili e sociali piene di sapienza e operatori di giustizia.







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