Siria. L'Onu: almeno 800 le vittime della repressione. Egitto: arrestata la moglie
di Mubarak
In Siria, sono centinaia le vittime della repressione del governo sulle proteste e
migliaia le persone arrestate: il bilancio arriva dall'Onu. Di questo e della situazione
di oggi nel Paese, ci riferisce Gabriele Papini.
Il presidente
Assad ha ordinato alle forze di sicurezza di non aprire il fuoco contro i manifestanti,
durante i sit-in di protesta previsti per oggi nel Paese. Fonti governative hanno
assicurato che “chiunque violerà l'ordine sarà ritenuto responsabile”. Il noto attivista
per i diritti umani, Wissam Tarif, ha affermato di non credere alle parole del presidente
Assad. Nel frattempo, centinaia di curdi siriani sono scesi in strada oggi a Qamishli,
nel nordest del Paese, e sono attese nuove proteste nelle prossime ore. Il ministro
degli esteri russo, Serghei Lavrov, ha messo in guardia contro un intervento straniero
in Siria, chiedendo all’opposizione di non “replicare lo scenario libico” a Damasco.
La Russia, ha aggiunto il capo della diplomazia di Mosca, spera che non si verifichi
“l'ingerenza di attori stranieri nella situazione interna siriana e l'uso della forza”.
Da parte sua, l'Unione Europea sta considerando la possibilità di estendere le sanzioni
approvate contro il regime anche al presidente Assad. Infine, il portavoce dell’Alto
Commissario Onu per i Diritti Umani, Rupert Colville, ha riferito che la violenta
repressione delle manifestazioni antigovernative ha causato tra le 700 e le 850 vittime.
Intanto
in Yemen, il presidente Saleh, mentre si raduna a Sanaa una folla di oppositori al
suo regime, fa sapere che si difenderà “con tutte le forze” e definisce i manifestanti
“sabotatori”. Oggi, secondo una fonte dei Servizi di sicurezza dello Yemen, “un veicolo
dell'esercito è caduto in un'imboscata, tesa probabilmente da esponenti di Al Qaeda,
nella provincia di Marib”', zona tribale a circa 160 chilometri a est di Sanaa. Intanto
il Qatar ha reso noto di aver rinunciato all'iniziativa di mediazione condotta nelle
scorse settimane tra il presidente Saleh, e le opposizioni per risolvere la crisi
in corso nel Paese. Secondo quanto riporta la tv qatariota "al-Jazeera", il motivo
sono i "ritardi nella firma dell'accordo proposto e nell'intensità delle violenze
in corso nel Paese”.
In Egitto la moglie dell'ex presidente Mubarak, Suzanne,
è stata arrestata su ordine del procuratore generale della Repubblica, che ha disposto
per lei 15 giorni di custodia cautelare. L'accusa è di guadagni illeciti. Intanto,
migliaia di egiziani si sono radunati al Cairo sulla piazza Tahrir per manifestare
in favore dell'unità nazionale fra musulmani e cristiani. I dimostranti protestano
contro le violenze religiose, che la scorsa settimana hanno provocato la morte di
15 persone.