2011-05-13 14:28:36

Benin: celebrati i 150 anni dell’evangelizzazione del Paese


Circa 30 mila fedeli hanno partecipato alla Messa per i 150 anni di evangelizzazione del Benin. Le dieci diocesi del Paese erano presenti con i loro vescovi, con più di 400 preti locali, innumerevoli catechisti, donne e uomini impegnati a livelli diversi. Anche la presenza di alcuni vescovi dei Paesi vicini è stata significativa, perché dall’antico Dahomey è partita l’evangelizzazione, stabile e duratura, anche del Ghana, del Togo, della Nigeria, del Niger. La celebrazione si è tenuta il 18 aprile 2011 a Ouidah, alla presenza del Presidente della Repubblica Boni Yaji. Il 16 aprile 1861 sbarcarono ad Ouidah lo spagnolo padre Francisco Fernandez e l'italiano padre Francesco Borghero, della Società delle Missioni Africane, cui era stato affidato l'appena eretto — 28 agosto 1860 — vicariato apostolico del Dahomey. Secondo quanto racconta all’agenzia Fides padre Renzo Mandirola (Sma) “il Benin, l’ex Dahomey, era il luogo dove voleva andare mons. de Marion Brésillac. L’aveva chiesto e richiesto tante volte, si era informato con cura, ne aveva parlato e aveva preparato quella partenza” ricorda padre Mandirola. “Ma il suo desiderio non si avverò. I giornali dell’epoca parlavano molto del Dahomey a seguito dei sacrifici umani che vi si compivano e così la Santa Sede decise di affidargli il vicariato della Sierra Leone, considerato più sicuro. Ma la sicurezza, lo sappiamo, è una realtà a volte aleatoria. Quaranta giorni dopo il suo arrivo, mons. Brésillac muore, a Freetown: non aveva neanche 46 anni. Ancora giovane per morire, già vecchio per la febbre gialla”. Padre Mandirola sottolinea che “il virus del Dahomey” aveva comunque contagiato l’appena nata Sma e padre Planque lo farà presente alla Santa Sede: “Anche quando il vicariato apostolico di Sierra Leone ci fu offerto e mons. de Brésillac l'accettò, non abbiamo mai perso di vista che è il Dahomey che ha fatto nascere la nostra Congregazione. Da quel momento e fino ad oggi la storia e la vita della Sma s’intrecciano con quella di questo Paese: storia ininterrotta di impegno e di sofferenza, di grandezza e di miserie, di fedeltà e di debolezze” conclude padre Mandirola. (R.P.)







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