2011-05-12 14:53:14

"Vivere insieme": Rapporto del Consiglio d'Europa sul valore della convivenza con gli immigrati


La diffusione dell’intolleranza, la dilagante discriminazione, il crescente sostegno ai partiti xenofobi e populisti, la perdita di libertà democratiche sono alcune delle minacce ai valori tradizionali delle società europee. Lo evidenzia il Rapporto stilato da un gruppo di "saggi", incaricato dal Consiglio d’Europa, e presentato ieri a Istanbul da Javier Solana. Il testo sottolinea come per molti la diversità rappresenti una minaccia, e propone una serie di risposte per “Vivere insieme”, secondo il titolo del Rapporto. Francesca Sabatinelli ha intervistato Mara Tognetti, docente di Politiche migratorie all'università Bicocca di Milano:RealAudioMP3

R. - I "saggi" ci dicono che la convivenza sarà la cifra del nostro futuro, sarà la normalità. Poi, certamente, ci servono alcune regole, regole di tipo universalistico, che valgano per tutti i Paesi, per tutti i cittadini: regole che tengano conto di un contesto europeo e di un contesto mondiale.

D. – Eppure, ci sono tanti elementi oggi che ci dicono come le società stiano rifiutando la diversità anche e soprattutto nelle loro politiche. Lei che rischi vede?

R. – Innanzitutto, questo incrementa il processo di individualizzazione che caratterizza l’attuale fase della società europea e non solo. L’assenza di un’accettazione della condivisione, della diversità come dato normale positivo, importante, invece di diluire i conflitti tende a incrementarli e ad accentuarli.

D. – Si evidenzia nel Rapporto come si percepisca la diversità come una minaccia…

R. - Ognuno di noi tende a sottolineare le proprie diversità rispetto all’altro. Questo va nella linea di rafforzamento delle identità, ma deve essere anche un elemento su cui puntare per includere chi è segnato da diversità somatiche, linguistiche, di provenienza culturale. Per cui, la diversità andrebbe valorizzata come elemento di potenzialità. Poi, è chiaro che in situazione di insicurezza, di crisi economica, di conflitti, di tensioni, la diversità è facilmente sfruttabile ed è sfruttata, in particolare, nel nostro Paese come elemento del conflitto. Per coagulare i gruppi è fondamentale creare il nemico.

D. – Il nemico nel Rapporto dei "saggi" viene soprattutto identificato oggi nei rom e negli immigrati …

R. – Sì, certamente, perché è il "nemico" più facile da individuare, perché è molto distante, perché è molto diverso. Arriva da altri Paesi, è sporco, malconcio, e quindi diventa molto facile creare delle categorie in cui certi nemici sono più nemici di altri.

D. – Immagino che questo documento sia da considerarsi una preziosa guida per le leadership europee… Sono pronte ad accettarlo, secondo lei?

R. – Non basta una linea guida, un Rapporto, che è sempre importante perché segna un punto, ma va diffuso, spiegato, sostenuto, va accompagnato, declinato. Questo è un primo punto che richiede però un altro lavoro molto importante di formazione, di sensibilizzazione, di traduzione poi delle direttive, delle indicazioni nei diversi Paesi, tenendo conto che ovviamente l’Europa è fatta di Paesi che hanno loro specificità che non possono essere cancellate in nome della convivenza. (bf)







All the contents on this site are copyrighted ©.