Il Papa alla B’nai B’rith International: ebrei e cristiani cooperino a migliorare
il mondo
Ebrei e cristiani possono contribuire insieme al bene dell’umanità e rispondere alle
sfide della società attuale. E’ quanto ha affermato Benedetto XVI incontrando, stamani,
una delegazione della “B’nai B’rith International”, organizzazione ebraica fondata
a New York nel 1843, che ha tra i vari obiettivi la lotta al razzismo e all’antisemitismo.
Il servizio di Amedeo Lomonaco:
"There
are many ways in wich Jews and Christians can cooperate…" “Ci sono molti
modi attraverso cui ebrei e cristiani possono cooperare per il miglioramento del mondo",
in conformità con la volontà di Dio "per il bene dell'umanità”. Il pensiero – spiega
il Papa – va immediatamente “ad opere concrete di carità e di servizio ai poveri”,
ma una delle cose più importanti che ebrei e cristiani possono fare insieme è quella
di portare “la comune testimonianza della fede profondamente radicata” nel fatto che
ogni uomo e ogni donna sono stati creati ad immagine di Dio e così hanno “una dignità
inviolabile”.
"This conviction remains the most secure basis…" “Questo
convincimento resta il più sicuro fondamento per l’impegno, da parte di tutti, nel
difendere e promuovere i diritti inalienabili di ogni essere umano”. Il Pontefice,
ricordando l’incontro del Comitato Internazionale di Raccordo tra Cattolici ed Ebrei
tenutosi alla fine di febbraio a Parigi, sottolinea come sia stato affermato il desiderio
di cattolici ed ebrei di essere uniti per affrontare insieme le “immense sfide” in
un mondo che cambia rapidamente, e il “dovere religioso” di combattere la povertà,
l'ingiustizia, la discriminazione e la negazione dei diritti umani universali. Il
Santo Padre ricorda anche che in un recente incontro, tenutosi a marzo a Gerusalemme,
tra delegazioni del Gran Rabbinato di Israele e la Commissione della Santa Sede per
i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo, l’accento è stato posto sulla necessità di “promuovere
un’accurata comprensione del ruolo della religione nella vita delle nostre società
di oggi” capace di correggere una visione “puramente orizzontale”, e di conseguenza
incompiuta, “della persona umana e della convivenza sociale”. Il Santo Padre esorta
quindi a superare questa visione materiale della vita umana per un risveglio della
spiritualità:
"The life and work of all believers should bear constant
witness…" “La vita e il lavoro di tutti i credenti dovrebbero dare costante
testimonianza del trascendente, e puntare a realtà invisibili che si trovano al di
là di noi e incarnino la convinzione che una Provvidenza amorevole e misericordiosa
guida l'esito finale della storia”, e non importa quanto difficile e minaccioso possa
apparire il viaggio lungo il percorso. Attraverso il profeta Geremia – conclude il
Papa - abbiamo questa certezza: “Io, infatti, conosco i progetti che ho fatto
a vostro riguardo - dice il Signore - progetti di pace e non di sventura, per concedervi
un futuro pieno di speranza”.