Sciopero generale in Grecia contro il piano anti-crisi: disordini ad Atene
Scontri in Grecia oggi durante lo sciopero generale contro il piano anti-crisi varato
dal governo per far fronte alla crisi economica. Migliaia le persone scese in piazza
nelle principali città del Paese: ad Atene la polizia ha lanciato lacrimogeni contro
i manifestanti. Lo sciopero, il decimo dall'anno scorso, coincide con l'avvio ad Atene
della missione di Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale
Europea per decidere sulla possibilità di concedere un’altra tranche di aiuti al Paese.
Sulle manifestazioni e i cortei in corso ci riferisce da Atene il collega Stefano
Vergine, intervistato da Giada Aquilino:
R. – Ci
sono diversi cortei ad Atene, uno di questi è organizzato dal Pame, che è un movimento
vicino al Partito comunista greco, poi ce n’è uno degli anarchici, che si snoda attorno
al Politecnico e l’altro grande corteo è organizzato dai due principali sindacati
greci. In sostanza, tutti chiedono di non pagare la crisi, contestano le misure di
austerità che il governo greco ha accettato – loro dicono – perché “costretto” dalla
troika, cioè dalla Banca Centrale Europea, dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario
Internazionale. E’ il decimo sciopero da un anno a questa parte, cioè da quando la
Grecia ha accettato la richiesta dell’Europa e del Fondo Monetario. E’ uno sciopero
che però assume particolare significato, perché un anno fa, nell’altro grande sciopero
generale che c’è stato qui in Grecia, nelle varie città e ad Atene principalmente,
sono morte tre persone all’interno di una banca, asfissiate dai fumi delle molotov.
D.
– Rispetto all’anno scorso, com’è cambiata la Grecia?
R. – La situazione
è peggiorata e la Grecia si è decisamente impoverita, a causa di queste misure, per
quanto abbiamo potuto vedere e per quanto ci hanno raccontato anche gli abitanti della
Grecia. Ci sono stati pesanti tagli alla spesa pubblica, tagli di tredicesime e quattordicesime,
a cui i greci sono sempre stati abituati, tagli delle pensioni e degli stipendi, sia
nel settore pubblico sia in quello privato. Al contempo, però, c’è stato un aumento
della pressione fiscale, delle imposte, dell’Iva, che ha portato – tanto per fare
un esempio – la benzina a costare un euro e 80 centesimi al litro, quando un anno
fa costava praticamente la metà. Quindi, di fatto, la Grecia si ritrova in una situazione
piuttosto preoccupante.
D. – E’ in corso la missione della troika europea.
Negli ultimi giorni si è parlato di una revisione del piano di aiuti concesso da Bruxelles,
ma anche di un possibile abbandono dell’euro da parte di Atene…
R. –
Sì, sono tutte voci, tutte ipotesi che si rincorrono e sono state smentite entrambe
dal governo greco. Ieri ho parlato con il portavoce del premier Papandreu, che ha
escluso totalmente l’ipotesi che ci possa essere un nuovo pacchetto di aiuti da 60
miliardi. C’è da dire però che nel corso di quest’anno spesso il governo ha smentito
voci che poi invece si sono rivelate vere. La popolazione percepisce questa notizia
dei 60 miliardi di aiuti non come una buona notizia, perché ha capito che quando si
parla di aiuti di fatto poi spesso diventano aiuti per le banche internazionali che
detengono il debito greco e sulla gente invece si riversano gli aspetti più negativi.
I greci contestano l’atteggiamento del governo. Dobbiamo comunque ricordare che quando
Papandreu è salito al governo, nel 2009, è stata rivelata quella che è la verità e
cioè che il debito pubblico era molto più alto di quello che invece per anni avevano
dichiarato. (ap)