Russia: appello del patriarca Kirill a porre fine alle violenze contro i cristiani
d'Egitto
Il Patriarca russo Kirill ha inviato un messaggio di condoglianze al Patriarca copto
Shenouda III per le persone rimaste uccise nei giorni scorsi in Egitto in seguito
alle violenze contro i cristiani copti. Nella lettera, Kirill ha ricordato che più
volte dal Patriarcato di Mosca e di tutte le Russie si è levata la voce “in difesa
dei cristiani nei Paesi in cui rischiano di essere perseguitati e violati nei loro
diritti fondamentali alla vita e alla libertà religiosa”. “Ora chiediamo alle autorità
egiziane, ai leader delle comunità islamiche nel Paese, alla comunità internazionale
di porre fine fermamente e inequivocabilmente alla violenza contro la minoranza cristiana,
storicamente presente sul suolo egiziano”. Un appello “alla comunità internazionale
e in particolare ai Paesi europei che hanno una responsabilità storica per il destino
dei cristiani”, arriva anche dal metropolita Hilarion, presidente del Dipartimento
delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. Il metropolita russo afferma di
aver apprezzato “le dichiarazioni dei leader musulmani d’Egitto che hanno fermamente
condannato gli istigatori alla violenza”. “Siamo convinti – scrive Hilarion le cui
parole sono state riprese dal Sir – che l’avvenire politico dell’Egitto è impensabile
senza la difesa delle comunità cristiane locali che hanno sempre sostenuto lo Stato
e la legalità nel Paese”. "Gli avvenimenti dell’Egitto – prosegue – non sono purtroppo
che un episodio di un processo più globale di minaccia alla vita dei cristiani in
numerosi Paesi del mondo dove sono minoranza religiosa". "La crescita incessante delle
violenze contro i cristiani nelle regioni in cui essi vivono da secoli, non può che
suscitare una profonda inquietudine. In questi ultimi anni, la cristianofobia che
si manifesta in attentati contro la vita e i diritti di questi nostri fratelli, è
divenuta sistematica". Anche le organizzazioni internazionali come l’Onu e il Parlamento
europeo, hanno espresso preoccupazione. Ma se in Europa ci si sforza per “garantire
i diritti delle minoranze non cristiane” - ha concluso - “il problema della cristianofobia
non preoccupa le autorità dei Paesi in cui questa comunità è minoritaria”. (A.L.)