Istanbul: i Paesi più poveri del mondo chiedono più investimenti e non elemosine
I Paesi meno progrediti non hanno bisogno della carità dei più ricchi, necessitano
invece di investimenti maggiori e più intelligenti. Questo è il punto di partenza
della Quarta Conferenza delle Nazioni Unite per i Paesi poveri del mondo (Ldc-IV)
in corso ad Istanbul, in Turchia. L’incontro - riferisce l'agenzia Fides - vede riuniti
8 mila delegati, compresi i leader dei 48 Paesi più poveri del mondo, le agenzie di
aiuti internazionali e partner per lo sviluppo, tutti impegnati a combattere la povertà.
In un comunicato dell’Inter Press Service, si legge che sono circa 900 milioni i cittadini
dei Paesi Ldcs, la metà dei quali vive con meno di 2 dollari al giorno. Secondo le
Nazioni Unite, nell’ultimo decennio, il 60% dei rifugiati di tutto il mondo provenivano
da questi Paesi. L’agricoltura deve diventare una priorità ed essere l’elemento chiave
per offrire ai Paesi Ldcs' sicurezza alimentare e nutrizione adeguata. Secondo il
rapporto "A World without Ldcs", appena lanciato al forum di Istanbul, questo settone
è stato dimenticato a lungo nei Paesi più poveri del mondo, e molti sono diventati
importatori. Secondo la World Bank, dal mese di giugno 2010, nell’arco di dieci mesi,
l’aumento dei prezzi del cibo ha prodotto altri 44 milioni di poveri. Il numero dei
Paesi Ldcs è salito da 25 nel 1971 agli attuali 48. Necessitano di risorse aggiuntive
da investire nei settori produttivi, maggiore sviluppo del settore privato e aumento
degli aiuti da parte del mondo ricco. Inoltre chiedono la rimozione delle barriere
tariffarie e non, l’accesso al mercato per tutti i prodotti dei Paesi meno sviluppati,
una valorizzazione commerciale, supporto per il trasferimento della tecnologia ai
Paesi meno sviluppati, e misure di sostegno per promuovere gli investimenti. (R.P.)