EGITTO. Mons. Antonios Aziz Mina sulle violenze tra cristiani e musulmani: serve più
sicurezza per chiese e fedeli
12 morti e più di 200 feriti è il bilancio dei due attacchi perpetrati sabato scorso
contro chiese della diocesi di Guizeh (Giza). Il vescovo locale, Antonios Aziz Mina,
ha affermato che la polizia e l'esercito egiziani erano “terrorizzati” e sono stati
“lenti” a rispondere all'emergenza, nel sobborgo cairota di Imbaba. Parlando all’Aiuto
alla Chiesa che Soffre (ACS) – riferiscono le agenzie Zenit e Cns - il presule ha
chiesto di fare giustizia e ha accusato gli estremisti di voler far precipitare l'Egitto
nella guerra civile: “Senza un intervento della polizia e dell’esercito , sarà il
caos, l'anarchia totale”, ha dichiarato. Secondo testimoni, a scatenare le violenze
è stato un gruppo di 500 islamisti salafiti che erano radunati davanti alla chiesa
copta di san Mina, alla periferia nord-est de Il Cairo, esigendo la consegna di una
donna che secondo loro si era convertita all’islam e che i cristiani tenevano prigioniera.
Dopo aspre discussioni fra le guardie della chiesa e il gruppo, si è passato allo
scontro con colpi di arma da fuoco, bottiglie incendiarie e pietre. Le violenze si
sono subito allargate a tutto il quartiere e un’altra chiesa nelle vicinanze, quella
della Vergine Maria è stata data alle fiamme. A quanto sembra, i militari hanno accresciuto
la sicurezza intorno alle chiese del Cairo. Ma per mons. Aziz, ripristinare l'ordine
non basta: “Non possiamo raggiungere la pace e la riconciliazione se prima non assicuriamo
i responsabili alla giustizia”, ha dichiarato. “Altrimenti, la riconciliazione è solo
un teatrino, e i problemi rimarranno”. Dal canto suo, il card. Antonios Naguib, Patriarca
copto cattolico di Alessandria, ha confessato che si è davanti a una “situazione molto
seria”, ma ha osservato che il Governo guidato dai militari sta iniziando a prendere
sul serio il problema della violenza estremista. Il vescovo copto cattolico Joannes
Zakaria di Luxor ha sottolineato che i fedeli si rifiutano di lasciarsi intimidire
dalle minacce. “La gente è decisa a testimoniare Cristo nei luoghi in cui vive”,
ha detto. (Zenit; Cns - ZENGARINI)