Arrivati sulla Croisette, ci accoglie, come un benvenuto al cinema di domani, il programma
del 64.mo Festival di Cannes. Se il buongiorno si vede dal mattino, un tale inizio
fa ben sperare in una nuova stagione di film. I nomi del cartellone sono celebri e
prestigiosi – si va da Gus Van Sant, a Nanni Moretti, Robert Guédiguian, i fratelli
Dardenne, Terrence Malick, Aki Kaurismaki, Alain Cavalier, Naomi Kawase, Lars Von
Trier, Pedro Almodovar, Paolo Sorrentino, Radu Mihaileanu – e ad essi si mescolano
quelli di giovani autori semisconosciuti in cerca del loro primo riconoscimento internazionale.
Ma ciò che dà il tono a questa nuova edizione è il film di apertura, fusione di una
straordinaria sapienza registica e di una profonda esperienza di vita. "Midnight in
Paris" di Woody Allen, che inaugura questa sera il festival, nasce da uno spunto autobiografico
del regista, il rimpianto mai sopito di non avere diviso la sua vita professionale
e privata fra le due città che ama, New York e Parigi. A incarnare un tale desiderio
sullo schermo è il suo protagonista, un apprezzato professionista di Hollywood, che
torna nella capitale francese dopo molti anni, alla vigilia del suo matrimonio, in
compagnia della promessa sposa e dei suoceri. Amante dell’arte e della letteratura,
dotato di un talento naturale per la scrittura, all’epoca egli avrebbe voluto diventare
uno scrittore. Invece la scoperta delle sue doti di sceneggiatore e il timore per
l’incertezza di una carriera letteraria, lo hanno indirizzato ad una carriera più
solida e remunerativa. Oggi sta tentando di riprendere in mano il suo destino, anche
se una tale scelta non è condivisa dalla sua nuova famiglia. Di nuovo nelle vie e
nella piazze di allora, la nostalgia per quel desiderio riaffiora e l’incontro con
qualcuno capace di ascoltarlo lo spingerà forse ad un’ardua, felice decisione. Altrettanto
felice sembra la ritrovata vena narrativa di Allen, che riesce a mettere insieme un
cast ispirato, arricchito dalla presenza della first lady francese Carla Bruni, a
suo agio nel suo primo ruolo di attrice. Il regista mescola come sempre sottili note
di umorismo alla dolente sensazione di una vita che sfugge fra le dita. Da domani
sapremo se anche gli altri registi della selezione ufficiale sono consci della fugacità
delle ambizioni umane e dell’impalpabile scorrere del tempo. (Da Cannes, Luciano
Barisone)