'Sono atleti che viaggiano
a 80 km/h su ruote di spessore di mezzo centimetro, con poca aderenza sull'asfalto
e difficoltà di frenata. I rischi che corrono sono molto più elevati paradossalmente
rispetto a chi corre in moto o in formula uno'. Il direttore del Giro d'Italia
Angelo Zomegnan commenta il drammatico incidente in cui ha perso la vita il giovane
ciclista belga Wouter Wyelandt. 'La sua morte - precisa - è avvenuta a tappa conclusa
ed è stata comunicata ufficialmente solo quando la moglie, che è in stato di gravidanza,
fosse in condizione di essere informata. Chi ci ha criticato ha fatto sciacallaggio
mediatico'. 'Il Giro garantisce due vetture mediche, quattro ambulanze e sette medici
sul campo, - sottolinea Zomegnan - siamo da sempre in prima linea per la sicurezza
dei corridori. Purtroppo in questa tragica fatalità non è servito a nulla'.