2011-05-10 14:59:13

Guardare alla famiglia “dalla parte dei bambini": l’esortazione del cardinale Antonelli


“È ora d’iniziare a guardare alla famiglia dalla parte dei bambini”. Lo afferma il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, in un videomessaggio – del quale riferisce l’agenzia Sir – inviato ai partecipanti al Convegno d’apertura della “Settimana del diritto alla famiglia”, ieri a Salerno per iniziativa di Progetto Famiglia onlus, Federazione di enti no-profit per i minori e la famiglia (www.progettofamiglia.org). “Troppo spesso”, sottolinea il porporato, si considera la famiglia “nella prospettiva degli adulti, dei loro desideri che sono mutevoli, spesso anche egoistici”. Da qui l’esigenza di “creare una mentalità nuova” e “prendere coscienza sempre più di quanto i bambini e i ragazzi abbiano bisogno della figura paterna e della figura materna, di un padre e una madre che si amino tra di loro e che, insieme, vogliano bene ai figli. Questo, purtroppo, per varie ragioni non succede.” Il porporato loda “l’impegno di voler non solo integrare” la figura paterna e materna "con l’affido, ma anche di aiutare i genitori naturali a crescere ed essere sempre più capaci di svolgere la loro missione genitoriale ed educativa”.

Il cardinale Antonelli esorta quindi a “fare sicuramente di più, anche nella pastorale, proprio per far prendere consapevolezza alle persone sia delle necessità dei bambini, sia della nobiltà, della dignità, del valore che ha l’affido, e anche per prevenire, per quanto è possibile, le situazioni di disgregazione della famiglia: accompagnare le famiglie, metterle in condizione d’incontrarsi fra di loro affinché riescano meglio a superare i conflitti familiari di modo che si prevengano quelle situazioni di disgregazione che costituiscono una ferita soprattutto per i bambini”. L’affido, secondo il presidente del Dicastero vaticano, è “per le famiglie un’occasione, una chance, una possibilità per crescere e realizzare la loro propria vocazione, cioè appunto l’amore-dono”, dal momento che “la famiglia ha la vocazione ad esprimere l’amore non solo come eros, ma anche come donazione”. “Dono ai bambini innanzitutto – prosegue – e dono anche alla famiglia naturale, perché possa ritrovare meglio l’autenticità e la pienezza della sua vocazione”. Esso, evidenzia, “è un gesto d’amore tipico per una famiglia, ed è un servizio specifico che la famiglia può fare alla società”. (A cura di Roberta Gisotti)







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