Il Papa chiude la visita pastorale diocesana esortando la Chiesa del Nord-est ad impegnarsi
con fiducia nella nuova evangelizzazione
“Avanzate fiduciosi nel sentiero della nuova evangelizzazione”: è l’esortazione che
Benedetto XVI ha rivolto alla Chiesa di Venezia e in particolare ai laici, al termine
della visita pastorale diocesana del Patriarca Angelo Scola. Il Papa ha pronunciato
il suo discorso nella straordinaria cornice della Basilica di San Marco. Gli indirizzi
d’omaggio sono stati rivolti al Pontefice dal cardinale Angelo Scola e dalla rappresentante
della Consulta dei Laici, Letizia Patron. Il servizio di Alessandro Gisotti:
(canti)
“Oggi
devo fermarmi a casa tua. In fretta scese e l’accolse”: Benedetto XVI ha svolto il
suo ragionamento partendo dall’incontro tra Gesù e Zaccheo, tema della visita pastorale
del Patriarca Aneglo Scola. Zaccheo, ha ricordato il Papa, sembra avere tutto, ma
in realtà si rende conto che quanto possiede non gli basta, sente il desiderio di
andare oltre. Ed ecco che l’incontro con Gesù cambia per sempre la vita di Zaccheo:
“Amata
Chiesa che sei in Venezia! Imita l’esempio di Zaccheo e vai oltre! Supera e aiuta
l’uomo di oggi a superare gli ostacoli dell’individualismo, del relativismo; non lasciarti
mai trarre verso il basso dalle mancanze che possono segnare le comunità cristiane.
Sforzati di vedere da vicino la persona di Cristo, che ha detto: “Io sono la via,
la verità e la vita” (Gv 14,6)”.
“Non abbiate paura – è stato l’incoraggiamento
del Papa – di andare controcorrente per incontrare Gesù, di puntare verso l’alto per
incrociare il suo sguardo”. Ed ha aggiunto:
“Avanzate fiduciosi nel
sentiero della nuova evangelizzazione, nel servizio amorevole dei poveri e nella testimonianza
coraggiosa all’interno delle varie realtà sociali. Siate consapevoli d’essere portatori
di un messaggio che è per ogni uomo e per tutto l’uomo; un messaggio di fede, di speranza
e di carità”.
Ai sacerdoti, il Papa ha chiesto di continuare a svolgere
con generosità e dedizione il proprio ministero, cercando di donarsi totalmente a
Dio. Quindi, si è rivolto lungamente ai laici. “La Chiesa – ha detto – ha bisogno
dei vostri doni e del vostro entusiasmo”. E li ha esortati ad essere santi:
“Vorrei
ricordare, ancora una volta, che la 'santità' non vuol dire fare cose straordinarie,
ma seguire ogni giorno la volontà di Dio, vivere veramente bene la propria vocazione,
con l’aiuto della preghiera, della Parola di Dio, dei Sacramenti e con lo sforzo quotidiano
della coerenza. Sì, ci vogliono fedeli laici affascinati dall’ideale della 'santità',
per costruire una società degna dell’uomo, una civiltà dell’amore”.
Il
Papa ha, così, elogiato l’impegno del Patriarcato nel rilanciare la catechesi degli
adulti e delle nuove generazioni, a partire dalle piccole comunità, quasi dei “cenacoli
domestici”. Dal Pontefice, inoltre, l’esortazione a non risparmiare energie nell’annuncio
del Vangelo e nell’educazione cristiana, dedicando una particolare cura alla formazione
dei bambini e dei giovani. Quindi, il Papa ha concluso il suo discorso ribadendo che
“la comunione con il Signore è sempre anche comunione con gli altri”. Per questo,
la nostra vita spirituale “dipende essenzialmente dall’Eucaristia”:
“Dall’Eucaristia,
fonte inesauribile di amore divino, potrete attingere l’energia necessaria per portare
Cristo agli altri e per portare gli altri a Cristo, per essere quotidianamente testimoni
di carità e di solidarietà e per condividere i beni che la Provvidenza vi concede
con i fratelli privi del necessario”.