Giornata della memoria delle vittime del terrorismo in Italia
“Abbiamo dimostrato di essere una democrazia capace di difendersi senza perdersi”.
Così il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano alla cerimonia al
Quirinale per l’odierna Giornata delle vittime del terrorismo e delle stragi, che
ricorre il 9 maggio, giorno in cui fu trovato il corpo nel 1978 dell'allora presidente
della Democrazia Cristiana Aldo Moro. Numerosi gli interventi dei familiari delle
vittime del terrorismo rosso e nero e delle mafie. Il servizio di Debora Donnini.
“Non dimenticheremo!
Opereremo perché l’Italia non dimentichi, ma tragga insegnamenti e forza da quelle
tragedie”.
Si commuove, Napolitano, nel ricordare le vittime delle stragi,
in particolare i magistrati, ed esprime “inestimabile gratitudine” a quanti hanno
pagato con la loro vita la battaglia della giustizia penale contro il terrorismo che,
dice, fu decisiva. Ma il capo dello Stato sottolinea che ''ci sono residue mistificazioni
che pesano sul rapporto tra Italia e Brasile nella vicenda dell'estradizione, rimasta
incomprensibilmente sospesa, del terrorista Cesare Battisti''. Impressiona, aggiunge,
veder rievocate le teorizzazioni giustificazioniste del brigatismo rosso e le polemiche
diffamatorie nei confronti delle istituzioni democratiche italiane. Napolitano cita
un saggio di un giurista francese che “smonta quelle teorizzazioni e quelle polemiche
come prive di plausibilità giuridica” e mostra come le misure di emergenza adottate
in Italia furono proporzionate al pericolo istituzionale esistente, non travolsero
le garanzie fondamentali sancite dalla Costituzione, non implicarono una trasformazione
del nostro Stato di diritto in Stato autoritario. Il terrorismo degli anni di piombo
è stato, dunque, una prova aspra per la coesione sociale e per le istituzioni democratiche,
superata però dall’Italia unita.
“Abbiamo dimostrato di essere una
democrazia capace di difendersi senza perdersi, capace di reagire ad attacchi e minacce
gravi senza snaturarsi”.
L’invito del capo dello Stato è a soffermarsi
sulla memoria dei magistrati uccisi. Bisogna “parlare responsabilmente della magistratura
e alla magistratura – dice - nella consapevolezza dell'onore che ad essa deve essere
reso come premessa di ogni produttivo appello alla collaborazione necessaria per le
riforme”. Quest’anno la Giornata della memoria delle vittime del terrorismo è stata
dedicata ai magistrati caduti. Il libro “Nel loro segno” ricorda 10 magistrati uccisi
dal terrorismo e 15 dalle mafie. Napolitano invita a leggere “le parole che raccoglie
che sono pietre – afferma - e restano più forti di qualsiasi dissennato manifesto
affisso sui muri” di Milano e di “qualsiasi polemica politica indiscriminata”. Si
sofferma sui manifesti anti-pm anche il premier Silvio Berlusconi, che parla di cosa
assolutamente indebita e qualifica i magistrati uccisi dal terrorismo come figure
eroiche. Durante la cerimonia, molti gli interventi dei familiari delle vittime. Sul
valore di questa Giornata, Massimiliano Menichetti ha raccolto
il commento di Mirko Schio, presidente dell’Associazione Feriti
e Vittime della Criminalità e del Dovere.
R. – Tutto sommato, penso
sia molto importante per le vittime e per i familiari che comunque hanno pagato sulla
loro pelle il prezzo del terrorismo: non sono soltanto vittime del dovere, ma anche
molti civili. E’ una Giornata sicuramente all’insegna del ricordo, della memoria,
non della polemica …
D. – Voi ribadite: non dimenticare è un dovere
personale e collettivo …
R. - … prima di tutto, perché il sacrificio
di queste persone non sia stato vano! Vogliamo comunque trasmettere ai giovani il
ricordo: il ricordo di quello che è avvenuto, un’analisi del periodo storico …
D.
– Com’è cambiato il terrorismo in questi anni?
R. – Si è ampliato e
modificato; diciamo che adesso ha carattere addirittura internazionale. Dopo l’11
settembre ci siamo accorti tutti che comunque non ha confini!
D. – Qual
è il ruolo dello Stato nel combattere il terrorismo?
R. – Sicuramente,
la figura dello Stato deve essere forte, presente per mantenere le istituzioni, la
democrazia: quindi è un impegno prima di tutto combattere il terrorismo, e poi anche
ricordare quanti si sono sacrificati per lo Stato. Diciamo che negli ultimi 20 anni
c’è stata un’attenzione maggiore, una vicinanza maggiore da parte delle istituzioni
dello Stato nei riguardi delle vittime. Comunque, la strada è in salita; servirebbe
sicuramente una maggiore attuazione delle norme a favore delle vittime.
D.
– Un altro punto spesso dibattuto è quello del segreto di Stato …
R.
– Penso che a distanza di anni, la verità debba comunque essere resa pubblica. (gf)