2011-05-09 15:06:41

Giornata della memoria delle vittime del terrorismo in Italia


“Abbiamo dimostrato di essere una democrazia capace di difendersi senza perdersi”. Così il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano alla cerimonia al Quirinale per l’odierna Giornata delle vittime del terrorismo e delle stragi, che ricorre il 9 maggio, giorno in cui fu trovato il corpo nel 1978 dell'allora presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro. Numerosi gli interventi dei familiari delle vittime del terrorismo rosso e nero e delle mafie. Il servizio di Debora Donnini.RealAudioMP3

“Non dimenticheremo! Opereremo perché l’Italia non dimentichi, ma tragga insegnamenti e forza da quelle tragedie”.

Si commuove, Napolitano, nel ricordare le vittime delle stragi, in particolare i magistrati, ed esprime “inestimabile gratitudine” a quanti hanno pagato con la loro vita la battaglia della giustizia penale contro il terrorismo che, dice, fu decisiva. Ma il capo dello Stato sottolinea che ''ci sono residue mistificazioni che pesano sul rapporto tra Italia e Brasile nella vicenda dell'estradizione, rimasta incomprensibilmente sospesa, del terrorista Cesare Battisti''. Impressiona, aggiunge, veder rievocate le teorizzazioni giustificazioniste del brigatismo rosso e le polemiche diffamatorie nei confronti delle istituzioni democratiche italiane. Napolitano cita un saggio di un giurista francese che “smonta quelle teorizzazioni e quelle polemiche come prive di plausibilità giuridica” e mostra come le misure di emergenza adottate in Italia furono proporzionate al pericolo istituzionale esistente, non travolsero le garanzie fondamentali sancite dalla Costituzione, non implicarono una trasformazione del nostro Stato di diritto in Stato autoritario. Il terrorismo degli anni di piombo è stato, dunque, una prova aspra per la coesione sociale e per le istituzioni democratiche, superata però dall’Italia unita.

“Abbiamo dimostrato di essere una democrazia capace di difendersi senza perdersi, capace di reagire ad attacchi e minacce gravi senza snaturarsi”.

L’invito del capo dello Stato è a soffermarsi sulla memoria dei magistrati uccisi. Bisogna “parlare responsabilmente della magistratura e alla magistratura – dice - nella consapevolezza dell'onore che ad essa deve essere reso come premessa di ogni produttivo appello alla collaborazione necessaria per le riforme”. Quest’anno la Giornata della memoria delle vittime del terrorismo è stata dedicata ai magistrati caduti. Il libro “Nel loro segno” ricorda 10 magistrati uccisi dal terrorismo e 15 dalle mafie. Napolitano invita a leggere “le parole che raccoglie che sono pietre – afferma - e restano più forti di qualsiasi dissennato manifesto affisso sui muri” di Milano e di “qualsiasi polemica politica indiscriminata”. Si sofferma sui manifesti anti-pm anche il premier Silvio Berlusconi, che parla di cosa assolutamente indebita e qualifica i magistrati uccisi dal terrorismo come figure eroiche. Durante la cerimonia, molti gli interventi dei familiari delle vittime. Sul valore di questa Giornata, Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di Mirko Schio, presidente dell’Associazione Feriti e Vittime della Criminalità e del Dovere.

R. – Tutto sommato, penso sia molto importante per le vittime e per i familiari che comunque hanno pagato sulla loro pelle il prezzo del terrorismo: non sono soltanto vittime del dovere, ma anche molti civili. E’ una Giornata sicuramente all’insegna del ricordo, della memoria, non della polemica …

D. – Voi ribadite: non dimenticare è un dovere personale e collettivo …

R. - … prima di tutto, perché il sacrificio di queste persone non sia stato vano! Vogliamo comunque trasmettere ai giovani il ricordo: il ricordo di quello che è avvenuto, un’analisi del periodo storico …

D. – Com’è cambiato il terrorismo in questi anni?

R. – Si è ampliato e modificato; diciamo che adesso ha carattere addirittura internazionale. Dopo l’11 settembre ci siamo accorti tutti che comunque non ha confini!

D. – Qual è il ruolo dello Stato nel combattere il terrorismo?

R. – Sicuramente, la figura dello Stato deve essere forte, presente per mantenere le istituzioni, la democrazia: quindi è un impegno prima di tutto combattere il terrorismo, e poi anche ricordare quanti si sono sacrificati per lo Stato. Diciamo che negli ultimi 20 anni c’è stata un’attenzione maggiore, una vicinanza maggiore da parte delle istituzioni dello Stato nei riguardi delle vittime. Comunque, la strada è in salita; servirebbe sicuramente una maggiore attuazione delle norme a favore delle vittime.

D. – Un altro punto spesso dibattuto è quello del segreto di Stato …

R. – Penso che a distanza di anni, la verità debba comunque essere resa pubblica. (gf)







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