L’appello del Papa alla Chiesa di Venezia: andate controcorrente per incontrare Gesù,
centro di tutto sia l’Eucaristia
Il Papa ha presieduto nella Basilica di San Marco a Venezia l’Assemblea di chiusura
della Visita Pastorale del patriarca Angelo Scola. Si è trattato – ha detto – di un
“evento di grazia e di forte esperienza ecclesiale, nel quale l’intero popolo cristiano
si è rigenerato nella fede, protendendosi con rinnovato slancio alla missione”. Nel
suo discorso ha ricordato che “l’autentica realizzazione dell’uomo e la sua vera gioia
non si trovano nel potere, nel successo, nel denaro, ma soltanto in Dio, che Gesù
Cristo ci fa conoscere e ci rende vicino”. Quindi ha lanciato un appello alla Chiesa
di Venezia: “Amata Chiesa che sei in Venezia! … Supera e aiuta l’uomo di oggi a superare
gli ostacoli dell’individualismo, del relativismo; non lasciarti mai trarre verso
il basso dalle mancanze che possono segnare le comunità cristiane … non abbiate paura
di andare controcorrente per incontrare Gesù, di puntare verso l’alto per incrociare
il suo sguardo … Avanzate fiduciosi nel sentiero della nuova evangelizzazione, nel
servizio amorevole dei poveri e nella testimonianza coraggiosa all’interno delle varie
realtà sociali. Siate consapevoli d’essere portatori di un messaggio che è per ogni
uomo e per tutto l’uomo; un messaggio di fede, di speranza e di carità”. Ha ribadito
“ancora una volta, che la ‘santità’ non vuol dire fare cose straordinarie, ma seguire
ogni giorno la volontà di Dio, vivere veramente bene la propria vocazione, con l’aiuto
della preghiera, della Parola di Dio, dei Sacramenti e con lo sforzo quotidiano della
coerenza. Sì, ci vogliono fedeli laici affascinati dall’ideale della ‘santità’, per
costruire una società degna dell’uomo, una civiltà dell’amore”. Il Papa ha chiesto
“un sempre maggiore impegno nella carità”, affermando che “la comunione con il Signore
è sempre anche comunione con gli altri. Per questo la nostra vita spirituale dipende
essenzialmente dall’Eucaristia. Senza di essa la fede e la speranza si spengono, la
carità si raffredda. Vi esorto pertanto a curare sempre più la qualità delle celebrazioni
eucaristiche, specialmente di quelle domenicali, affinché il Giorno del Signore sia
vissuto pienamente e illumini le vicende e le attività di tutti i giorni. Dall’Eucaristia,
fonte inesauribile di amore divino, potrete attingere l’energia necessaria per portare
Cristo agli altri e per portare gli altri a Cristo”. Di seguito il testo del discorso
del Papa:
“Magnificat anima mea Dominum”
Cari fratelli e sorelle!
Con le parole della Vergine Maria desidero innalzare insieme a voi l’inno di lode
e di ringraziamento al Signore per il dono della Visita pastorale, iniziata nel Patriarcato
di Venezia nel 2005 e giunta oggi alla sua provvida conclusione in questa Assemblea
generale. A Dio, datore di ogni bene, rivolgiamo la nostre lode per aver sostenuto
i vostri propositi spirituali e i vostri sforzi apostolici durante questo tempo della
Visita pastorale, compiuta dal vostro Pastore, il Cardinale Angelo Scola, che saluto
e ringrazio per le gentili parole rivoltemi a nome di tutti. Con lui saluto il Vescovo
Ausiliare e Vescovo eletto di Vicenza, i Vicari episcopali e quanti lo hanno coadiuvato
in questo lungo e articolato impegno pastorale, evento di grazia e di forte esperienza
ecclesiale, nel quale l’intero popolo cristiano si è rigenerato nella fede, protendendosi
con rinnovato slancio alla missione. Ed è pertanto specialmente a voi, cari sacerdoti,
religiosi, e fedeli laici, che rivolgo il mio affettuoso saluto e il sincero apprezzamento
per il vostro servizio, in particolare nello svolgimento delle Assemblee ecclesiali.
Sono lieto di salutare la storica Comunità armena di Venezia con l’Abate e i monaci
mechitaristi. Un pensiero va al Metropolita greco-ortodosso d’Italia Ghennadios e
al Vescovo della Chiesa Ortodossa Russa Nestor, come pure ai Rappresentanti delle
Comunità luterana ed anglicana.
Gratitudine e gioia sono perciò i sentimenti
che caratterizzano questo nostro incontro. Esso si svolge nello spazio sacro, colmo
di arte e di memoria, della Basilica di San Marco, dove la fede e la creatività umana
hanno dato origine ad una eloquente catechesi per immagini. Il Servo di Dio Albino
Luciani, che fu vostro indimenticabile Patriarca, così descrisse la sua prima visita
in questa Basilica, da giovane sacerdote: “Mi trovai immerso in un fiume di luce
… Finalmente potevo vedere e godere con i miei occhi tutto lo splendore di un mondo
di arte e di bellezza unico e irripetibile, il cui fascino ti penetra nel profondo”
(Io sono il ragazzo del mio Signore, Venezia-Quarto d’Altino, 1998). Questo tempio
è immagine e simbolo della Chiesa di pietre vive, che siete voi, cristiani di Venezia.
“Oggi
devo fermarmi a casa tua. In fretta scese e l’accolse” (Lc 19,5-6). Quante volte,
durante la Visita pastorale, avete ascoltato e meditato queste parole, rivolte da
Gesù a Zaccheo! Esse sono state il motivo conduttore dei vostri incontri comunitari,
offrendovi uno stimolo efficace ad accogliere Gesù Risorto, via sicura per trovare
pienezza di vita e di felicità. Infatti, l’autentica realizzazione dell’uomo e la
sua vera gioia non si trovano nel potere, nel successo, nel denaro, ma soltanto in
Dio, che Gesù Cristo ci fa conoscere e ci rende vicino. E’ questa l’esperienza di
Zaccheo. Egli, secondo la mentalità corrente, ha tutto: potere e denaro. Può dirsi
un “uomo arrivato”: ha fatto carriera, ha raggiunto ciò che voleva e potrebbe dire,
come il ricco stolto della parabola evangelica, “anima mia hai a disposizione molti
beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divertiti” (Lc 12,19). Per questo il
suo desiderio di vedere Gesù è sorprendente. Che cosa lo spinge a ricercare l’incontro
con Lui? Zaccheo si rende conto che quanto possiede non gli basta, sente il desiderio
di andare oltre. Ed ecco che Gesù, il profeta di Nazaret, passa da Gerico, la sua
città. Di Lui gli è giunta l’eco di alcune parole inconsuete: beati i poveri, i miti,
gli afflitti, gli affamati di giustizia. Parole per lui strane, ma forse proprio per
questo affascinanti, nuove. Vuole vedere questo Gesù. Ma Zaccheo, seppure ricco e
potente, è piccolo di statura. Perciò corre avanti, sale su un albero, un sicomoro.
Non gli importa di esporsi al ridicolo: ha trovato un modo per rendere possibile l’incontro.
E Gesù arriva, alza lo sguardo verso di lui, lo chiama per nome: “Zaccheo, scendi
subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua” (Lc 19,5). Nulla è impossibile a Dio!
Da questo incontro scaturisce per Zaccheo una vita nuova: accoglie Gesù con gioia,
scoprendo finalmente la realtà che può riempire veramente e pienamente la sua vita.
Ha toccato con mano la salvezza, ormai non è più quello di prima e come segno di conversione
si impegna a donare metà dei suoi beni ai poveri e a restituire il quadruplo a chi
aveva derubato. Ha trovato il vero tesoro, perché il Tesoro, che è Gesù, ha trovato
lui!
Amata Chiesa che sei in Venezia! Imita l’esempio di Zaccheo e vai oltre!
Supera e aiuta l’uomo di oggi a superare gli ostacoli dell’individualismo, del relativismo;
non lasciarti mai trarre verso il basso dalle mancanze che possono segnare le comunità
cristiane. Sforzati di vedere da vicino la persona di Cristo, che ha detto: “Io sono
la via, la verità e la vita” (Gv 14,6). Come successore dell’Apostolo Pietro, visitando
in questi giorni la vostra terra, ripeto a ciascuno di voi: non abbiate paura di andare
controcorrente per incontrare Gesù, di puntare verso l’alto per incrociare il suo
sguardo. Nel “logo” di questa mia Visita pastorale è rappresentata la scena di Marco
che consegna il Vangelo a Pietro, tratta da un mosaico di questa Basilica. Oggi, simbolicamente,
vengo a riconsegnare il Vangelo a voi, figli spirituali di san Marco, per confermarvi
nella fede e incoraggiarvi dinanzi alle sfide del momento presente. Avanzate fiduciosi
nel sentiero della nuova evangelizzazione, nel servizio amorevole dei poveri e nella
testimonianza coraggiosa all’interno delle varie realtà sociali. Siate consapevoli
d’essere portatori di un messaggio che è per ogni uomo e per tutto l’uomo; un messaggio
di fede, di speranza e di carità.
Quest’invito è, in primo luogo, per voi,
cari sacerdoti, configurati con il sacramento dell’Ordine a Cristo “Capo e Pastore”
e posti a guida del suo popolo. Riconoscenti per l’immenso dono ricevuto, continuate
a svolgere con generosità e dedizione il vostro ministero, cercando sostegno sia nella
fraternità presbiterale vissuta come corresponsabilità e collaborazione, sia nella
preghiera intensa e in un approfondito aggiornamento teologico e pastorale. Un pensiero
affettuoso ai sacerdoti ammalati e anziani, uniti a noi spiritualmente. L’invito è
poi rivolto a voi, persone consacrate, che costituite una preziosa risorsa spirituale
per l’intero popolo cristiano e indicate in modo speciale, con la professione dei
voti, l’importanza e la possibilità del dono totale di sé a Dio. Infine questo invito
è rivolto a tutti voi, cari fedeli laici. Sappiate rendere sempre e dappertutto ragione
della speranza che è in voi (cfr 1Pt 3,15). La Chiesa ha bisogno dei vostri doni e
del vostro entusiasmo. Sappiate dire “sì” a Cristo che vi chiama ad essere suoi discepoli,
ad essere santi. Vorrei ricordare, ancora una volta, che la “santità” non vuol dire
fare cose straordinarie, ma seguire ogni giorno la volontà di Dio, vivere veramente
bene la propria vocazione, con l’aiuto della preghiera, della Parola di Dio, dei Sacramenti
e con lo sforzo quotidiano della coerenza. Sì, ci vogliono fedeli laici affascinati
dall’ideale della “santità”, per costruire una società degna dell’uomo, una civiltà
dell’amore.
Nel corso della Visita pastorale avete dedicato speciale cura
alla testimonianza che le vostre comunità cristiane sono chiamate a rendere, a partire
dai fedeli più motivati e consapevoli. A tale proposito, vi siete giustamente preoccupati
di rilanciare l’evangelizzazione e la catechesi degli adulti e delle nuove generazioni
proprio a partire da piccole comunità di adulti e di genitori, che, costituendo quasi
dei cenacoli domestici, possano vivere la logica dell’evento cristiano anzitutto nella
testimonianza della comunione e della carità. Vi esorto a non risparmiare energie
nell’annuncio del Vangelo e nell’educazione cristiana, promuovendo sia la catechesi
ad ogni livello, sia quelle offerte formative e culturali che costituiscono un vostro
rilevante patrimonio spirituale. Sappiate dedicare particolare cura alla formazione
cristiana dei bambini, degli adolescenti e dei giovani. Essi hanno bisogno di validi
punti di riferimento: siate per loro esempi di coerenza umana e cristiana. Lungo il
percorso della Visita pastorale è emersa anche la necessità di un sempre maggiore
impegno nella carità quale esperienza del dono generoso e gratuito di sé, come pure
l’esigenza di manifestare con chiarezza il volto missionario della parrocchia, fino
a creare realtà pastorali che, senza rinunciare alla capillarità, siano più capaci
di slancio apostolico.
Cari amici, la missione della Chiesa porta frutto perché
Cristo è realmente presente tra noi, in modo del tutto particolare nella Santa Eucaristia.
La sua è una presenza dinamica, che ci afferra per farci suoi, per assimilarci a Sé.
Cristo ci attira a Sé, ci fa uscire da noi stessi per fare di noi tutti una cosa sola
con Lui. In questo modo Egli ci inserisce anche nella comunità dei fratelli: la comunione
con il Signore è sempre anche comunione con gli altri. Per questo la nostra vita spirituale
dipende essenzialmente dall’Eucaristia. Senza di essa la fede e la speranza si spengono,
la carità si raffredda. Vi esorto pertanto a curare sempre più la qualità delle celebrazioni
eucaristiche, specialmente di quelle domenicali, affinché il Giorno del Signore sia
vissuto pienamente e illumini le vicende e le attività di tutti i giorni. Dall’Eucaristia,
fonte inesauribile di amore divino, potrete attingere l’energia necessaria per portare
Cristo agli altri e per portare gli altri a Cristo, per essere quotidianamente testimoni
di carità e di solidarietà e per condividere i beni che la Provvidenza vi concede
con i fratelli privi del necessario.
Cari amici, vi assicuro la mia preghiera,
affinché l’impegnativo cammino di crescita nella comunione, che avete compiuto in
questi anni della Visita pastorale, rinnovi la vita di fede dell’intera vostra Chiesa
particolare e, al tempo stesso, susciti una sempre più generosa dedizione al servizio
di Dio e dei fratelli. Maria Santissima, che voi venerate con il titolo di Vergine
Nicopeja, la cui suggestiva immagine splende in questa Basilica, ottenga in dono per
tutti voi e per l’intera Comunità diocesana la piena fedeltà a Cristo. All’intercessione
della celeste Madre del Redentore e al sostegno dei Santi e Beati della vostra Terra
affido il cammino che vi attende, mentre con affetto imparto a voi e all’intera Chiesa
di San Marco una speciale Benedizione Apostolica, estendendola ai malati, ai carcerati
e a quanti soffrono nel corpo e nello spirito.