Grecia: l'Ue chiede uno sforzo maggiore per il risanamento dei conti pubblici
La Grecia è tornata ieri al centro della bufera per il debito, affondando l’euro sui
mercati. In serata i ministri delle Finanze dei principali Paesi dell’eurogruppo,
riuniti in un vertice straordinario, hanno esortato Atene ad uno sforzo maggiore per
il risanamento dei conti pubblici. Il servizio di Marco Guerra:
È bastata
un’indiscrezione del settimanale tedesco Der Spiegel, secondo cui la Grecia starebbe
valutando seriamente l’uscita dalla moneta unica europea, a provocare un terremoto
sulla valuta che ha fatto calare l’euro fino a 1,43 dollari dopo essersi avvicinato
a 1,50 appena due giorni prima. Un eventuale ritorno della Grecia alla vecchia Dracma
- tecnicamente complicatissimo - avrebbe infatti un impatto enorme sulla tenuta della
divisa unica. Per questo motivo Parigi, Berlino e lo stesso governo di Atene hanno
immediatamente smentito questa ipotesi. Ma che lo scenario della crisi ellenica resti
comunque molto preoccupante lo confermano le conclusioni del vertice straordinario
tenutosi in serata a Lussemburgo, a cui hanno partecipato i ministri delle Finanze
di Italia, Germania, Francia, Spagna e Grecia, il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude
Junker, e il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet. Le parti hanno annunciato
che non ci sarà alcuna ristrutturazione del debito greco ma si prospettano invece
nuovi aiuti europei, che saranno tuttavia condizionati ad un maggiore sforzo di Atene
sulle misure di correzione dei conti. In tal senso l’Europa ha esercitato forti pressioni,
tanto da ipotizzare un sistema di controllo esterno sul processo delle privatizzazioni
elleniche. L’Eurozona teme infatti un contagio ad altri Paesi a rischio come il Portogallo
mentre sale il pericolo che il Consiglio Ecofin del 16 maggio possa bocciare il piano
di aiuti a Lisbona.