La visita di Benedetto XVI nel Nord-Est. La Caritas: più povertà e meno speranza nel
Triveneto
Cresce l'attesa per la visita, domani e dopodomani, di Benedetto XVI ad Aquileia e
Venezia. Il Papa si recherà in una terra, il Nordest, nota per la sua capacità di
produrre ricchezza. Ma negli ultimi anni la crisi economica ha colpito molte famiglie
e sono anche aumentate le disuguaglianze sociali. E' quanto sottolinea, al microfono
di Luca Collodi, il delegato regionale Caritas del Triveneto, don Giovanni
Sandonà:
R. – Noi
abbiamo riscontrato i primi evidenti segnali, come Caritas, di una cronicizzazione
della povertà. Per fare un esempio semplice, chi si è rivolto agli sportelli del microcredito
Caritas, diffusi nel Nord-Est, torna a chiedere aiuto dopo qualche anno. E come Caritas
del Veneto abbiamo distribuito sei milioni e mezzo in poco più di due anni. Il profilo,
per esempio, di chi viene a chiedere aiuto economico in Caritas è questo: persone
tra i 30 e i 50 anni, per lo più italiani, con figli a carico, basso titolo di studio,
che hanno per lo più un lavoro precario. Io credo che oggi ci sia davvero un gran
bisogno di riprendere capacità progettuale, superando la logica di un presente che
diventa assillante, che diventa un “consensualismo” a tutti i costi, un’incapacità
di stare in modo adeguato sul progettare il futuro. Io credo che il Nord-Est su questo,
come tutta l’Italia, sia profondamente in crisi.
D. – Quindi, il Papa
a causa della crisi economica, troverà un Nord-Est più povero...
R.
– E soprattutto più vuoto di speranza. Un Nord-Est che fa fatica a guardare al futuro,
un Nord-Est che fa fatica a trovare un riferimento di sostanza, di valori, di modelli
di vita attorno a cui scommettere un futuro, che poi vuol dire declinarlo in scelte
sociali, quale il welfare, declinarlo su modelli economici – e la piccola impresa,
dove sta andando, può reggere – declinarlo su modelli etici, come salvare la famiglia.
Noi abbiamo una categoria di adulti – parlo di 10 mila persone che abbiamo accostato
in due anni nel Veneto – che sono estremamente fragili e sembrano ormai essere per
lo più espulsi: sono fuori dal mercato del lavoro. Anche a livello politico o ci
riappropriamo della “mission” della politica, che è costruire il futuro, oppure ci
rimettiamo ad occupare un presente, a dilaniarci dentro questo gioco di poteri, assolutamente
schiacciati su un presente incapace di pensare.
D. – Quale significato
ha per la Caritas del Triveneto la visita del Papa?
R. – Il Papa viene
a confermare la fede, una fede che viene confermata nella logica dell’Incarnazione;
una Chiesa, come diceva anche il Beato Giovanni Paolo II, che deve fare della persona
umana la sua “mission”. Peraltro, di quel detto di Benedetto XVI, ripreso anche nel
documento della Cei, di questa speranza che non delude, di questa speranza sostenibile,
di questa speranza affidabile, io credo che ne abbiamo un grande, grande bisogno!
Altrimenti ci limiteremo, braccati dalle paure, ad abitare un presente che rischia
di diventare un incubo, più che una misura umana dell’esistenza.(ap)