2011-05-06 14:54:36

Costa d'Avorio: Ouattara presta giuramento ad Abidjan


La Costa D’Avorio si avvia lentamente verso la stabilizzazione. Dopo quasi sei mesi di sanguinosi scontri tra le fazioni del presidente uscente Gbagbo e quello eletto Ouattara, quest’ultimo presta oggi giuramento ad Abidjan come nuovo e legittimo capo dello Stato. Si può parlare, dunque, di un primo passo verso la necessaria e urgente pacificazione sociale? Giancarlo La Vella ne ha parlato con padre Franco Moretti, direttore della rivista dei missionari comboniani “Nigrizia”:RealAudioMP3

R. – La speranza è che sia davvero un primo passo, ma ne servono tantissimi altri. Ricordiamoci che Alassane Ouattara, presidente della Repubblica della Costa d’Avorio, ha vinto con poco più del 50 per centro. Il secondo passo che dovrà fare obbligatoriamente sarà quindi quello di dimostrarsi il presidente di tutti i cittadini della Costa d’Avorio. Abbiamo delle fonti in Abidjan e siamo ben lontani dal poter dire che gli scontri sono terminati.

D. – Mesi di scontri cruenti vogliono dire anche accumulo di odio reciproco. Cosa potrebbe far passare ad una fase di collaborazione, all’insegna del fatto che ora, in Costa d’Avorio, c’è bisogno di tutti per risorgere?

R. – La gente deve calmarsi, deve riconoscere le proprie colpe e tornare ad essere un popolo unico, una sola nazione, altrimenti lo scontro continuerà. Poi bisognerà – e questo è l’altro passo importante – riaccogliere tutti e facilitare il ritorno dei rifugiati. Si parla di oltre un milione di rifugiati.

D. – Secondo lei, la rinascita della Costa d’Avorio passa necessariamente anche attraverso un rapporto nuovo con i Paesi occidentali che hanno interessi nel Paese?

R. – L’Africa ha bisogno di essere padrona a casa sua. Quindi anche l’Occidente dovrà stare molto attento: se è intervenuto soltanto per questioni economiche, anch’esso dovrà andare molto cauto in Costa d’Avorio.

D. – Invece cosa può fare, oggi, l’Africa, per la Costa d’Avorio e che cosa può fare la Costa d’Avorio per il suo continente?

R. – L’unione africana è troppo debole, non si può accettare che l’organismo che riunisce 54 Stati sia così, di fronte ad altri organismi internazionali. Deve far sentire la sua voce, in qualche modo. Ci sono alcuni capi di Stato in Africa e credo che dovrebbero essere loro ad andare da Ouattara e dire: “Cosa facciamo, ora, per riappacificare questo Paese?”. Perché non pensare ad una sorta di governo di unità nazionale, almeno per i primi due o tre anni? Così si potrebbe almeno far vedere che Ouattara non vuole vendicarsi. Se la Costa d’Avorio riuscisse a raggiungere questa pacificazione, potrebbe davvero ritornare ad essere una voce importante nel consesso continentale. (vv)







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