2011-05-06 15:34:31

Continua la protesta in Siria. La polizia spara sui dimostranti


Torna altissima la tensione in Siria. Al termine delle preghiere del venerdì, come accade da diverse settimane, migliaia di dimostranti anti-regime sono scesi in strada in diverse località del Paese. Immediata la repressione delle forze di sicurezza che, secondo alcune testimonianze, hanno aperto il fuoco contro i manifestanti provocando diversi feriti. Sentiamo Marco Guerra:RealAudioMP3

È “il giorno della sfida” per l’opposizione siriana, in realtà l’ennesimo dall’inizio delle proteste contro il presidente, Bashar Al Assad. Subito dopo la fine della tradizionale preghiera del venerdì musulmano, i manifestanti si sono radunati in diverse città del Paese: Damasco, Homs, e nei centri costieri di Banias e Latakia. I media arabi stanno diffondendo immagini di cortei e folle che scandiscono slogan contro il governo, mentre sui social network gli attivisti denunciano la dura repressione delle forze di sicurezza che avrebbero aperto il fuoco contro i dimostranti nei sobborghi a nord della capitale, provocando un numero imprecisato di feriti. Testimonianze su Twitter riferiscono che i carri armati dell'esercito sono entrati poco fa nel centro di Homs, per reprimere le manifestazioni anti-regime, mentre boati di colpi di arma da fuoco si odono, a Latakia, dove da fine marzo sono dispiegati blindati dell'esercito. La protesta è dunque tornata in piazza nonostate il vasto schieramento di forze anti sommossa, gli arresti di massa nei confronti dei dissidenti e l’appello del Ministero degli interni che ha chiesto alla popolazione di astenersi “dal partecipare a qualsiasi sciopero, manifestazione o sit-in”. Nelle ultime 24 ore, il pugno di ferro del regime si era infatti già fatto sentire nel sobborgo di Saqba, dove le forze di sicurezza hanno condotto rastrellamenti casa per casa arrestando centinaia di persone. Anche la città meridionale di Daraa, epicentro delle proteste, risulta ancora assediata dall’esercito. Secondo testimoni, l’annunciato ritiro in realtà è stato solo un ridispiegamento delle forze in campo. Ma sul piano internazionale il regime risulta sempre più isolato: oggi gli ambasciatori dei 27 Paesi dell'Ue si riuniscono a Bruxelles per mettere a punto un pacchetto di sanzioni contro gli esponenti del governo di Assad.

Libia
“Intensificare la pressione è necessario per poter far partire l'iniziativa politica” nei Paesi del Nord Africa. All’indomani della riunione del Gruppo di contatto sulla Libia, il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, è tornato sulla fine della missione militare italiana, per la quale – ha detto – “vi sono ipotesi ottimistiche di pochi giorni, ipotesi più realistiche di tre o quattro settimane”. Nel vertice di ieri tenutosi a Roma, i Paesi della coalizione hanno deciso di istituire un fondo per sostenere economicamente il governo degli insorti.

Yemen, nuove manifestazione anti regime
Decine di migliaia di manifestanti si sono riuniti oggi a Sanaa, in due distinte manifestazioni, dopo che una mediazione dei Paesi del Golfo che prevedeva la partenza del presidente Saleh ha subito un arresto. Intanto, il presidente Saleh ha di nuovo promesso di resistere ai suoi denigratori, che ha qualificato come “fuorilegge”, in risposta alle manifestazioni odierne.

Tunisia - politica
Sono da segnalare in Tunisia le critiche all’ex ministro dell’Interno tunisino, Rajhi, che ieri ha parlato della possibilità di un colpo di stato militare in caso di vittoria dei movimenti islamisti alle elezioni del prossimo 24 luglio. Trecento persone, poi disperse, hanno manifestato a Tunisi in suo sostegno.

Giordania
In questo fervore di proteste nel mondo arabo, spicca la situazione della Giordania, che sembra invece piuttosto tranquilla. Ieri il presidente della Camera dei deputati della Giordania ed ex - primo ministro, Faisal Al-Fayez, ha incontrato i giornalisti a Roma in una conferenza stampa organizzata dall’Accademia Angelico Costantiniana. Debora Donnini gli ha chiesto come vivono i cristiani nel suo Paese:RealAudioMP3

R. – The christians in Jordan…
I cristiani in Giordania hanno tutti i loro diritti politici, economici e sociali. Vivono nella stessa maniera e hanno le stesse abitudini degli altri cittadini. Abbiamo dieci parlamentari cristiani, quattro senatori e due ministri.

D. – Il Papa più volte ha sottolineato, anche recentemente, l’importanza del rispetto della libertà religiosa. Cosa ne pensa?

R. – Of course it is very important because coexistence...
E’ molto importante la coesistenza tra le religioni. Il Re in persona tiene molto a tutte le minoranze in Giordania.

D. – Qual è la situazione delle riforme in Giordania? State facendo delle riforme?

R. – The reform in Jordan…
La Giordania intende fare adesso una nuova legge per le elezioni, una nuova legge per i partiti e un comitato per studiare le riforme della Costituzione. Se la Giordania farà tutte queste cose, l’opposizione sarà contenta e soddisfatta.

D. – La situazione in Giordania, dal punto di vista delle manifestazioni, è piuttosto tranquilla: le proteste non sono state forti...

R. – We have a political stability...
La Giordania viene considerata un Paese stabile dal punto di vista politico. Ci sono state all’inizio delle dimostrazioni, ma quando hanno visto che il Re in persona voleva fare le riforme si sono fermati tutti. (ap)

Afghanistan, opposizione contraria all’accordo con i talebani
Migliaia di persone, appartenenti a partiti e movimenti di opposizione al governo del presidente, Hamid Karzai, hanno manifestato a Kabul contro la possibilità di accordi di pace tra il governo e i talebani. In una delle manifestazioni di piazza più importanti degli ultimi tempi, hanno preso la parola ieri l'ex candidato presidenziale, Abdullah Abdullah, e l'ex capo della Direzione nazionale per la sicurezza (Nds), Amrullah Saleh. ''Al Qaida e i talebani sono terroristi non sono fratelli'', hanno ribadito i due esponenti dell’esposizione. Intanto, sul terreno non si fermano le violenze: un soldato della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) è morto ieri nel sud del Paese a causa dello scoppio di un ordigno rudimentale.

Pakistan-violenza
Un drone statunitense ha colpito stamane otto presunti militanti estremisti nel Pakistan settentrionale. Altre otto persone sono rimaste ferite. Lo riferiscono fonti di intelligence. Sempre stamane almeno otto persone sono state uccise e altre sono state ferite ad Hazara, nei pressi di Quetta, nel sud ovest del Paese, in un attacco eseguito con armi di piccolo calibro. Le vittime sarebbero sciiti che si trovavano all'interno di un parco. Uomini non identificati a bordo di due veicoli hanno aperto il fuoco contro il gruppo di persone.

Marocco-arresti
La lotta al terrorismo prosegue anche in Marocco. Tre persone legate ad Al Qaeda sono state arrestate con l’accusa di essere tra gli autori dell’attentato del 28 aprile scorso in un caffè di Marrakesh, costato la vita a 16 vittime, 10 delle quali straniere. I tre sono stati arrestati a Safi, 350 chilometri a sud di Casablanca. Erano noti, hanno rivelato fonti della sicurezza, per aver partecipato al reclutamento di combattenti da inviare in Iraq.

Giappone
Il premier nipponico, Naoto Kan, ha chiesto oggi al gestore energetico Chubu Electric Power Co. di fermare la centrale nucleare di Hamaoka, nel Giappone centrale, che trovandosi sulla congiunzione di due placche tettoniche, è considerata uno dei siti atomici a più alto rischio sismico del Paese. “Tutte le operazioni della centrale devono essere sospese”, ha dichiarato il premier in un annuncio in diretta tv.

Thailandia – Cambogia
Sembra vicina un’intesa tra i governi di Thailandia e Cambogia sul dispiegamento di osservatori nell’area di confine, teatro di tensioni dallo scorso febbraio, con un bilancio di almeno 16 morti, prevalentemente militari, e 85 mila sfollati. L’accordo potrebbe essere raggiunto domani, nel corso del vertice dei ministri degli Esteri dell’Associazione dei Paesi del Sudest asiatico (Asean) in programma a Giakarta, la capitale dell’Indonesia.

Uganda – manifestazione
In Uganda, sono attese nuove manifestazioni mentre prosegue lo sciopero del settore giudiziario contro i rincari del pane e della benzina. Almeno 30 avvocati riuniti a Kampala, scesi in piazza contro l’arresto del leader dell’opposizione, hanno detto che le proteste continueranno fino a che non ci sarà una svolta democratica.

Messico
E' partita oggi nella città di Cuernavaca una manifestazione con la quale migliaia di messicani intendono chiedere alle autorità un maggior impegno nella lotta contro i narcos e il crimine organizzato nel Paese. Secondo il programma reso noto dagli organizzatori, la marcia arriverà domenica prossima a Città del Messico, dove sono attese decine di migliaia di persone. In coincidenza con la marcia di Cuernavaca, il presidente Felipe Calderon ha lanciato un messaggio televisivo nel quale ha chiesto “il sostegno e la comprensione della società” nella lotta contro il crimine organizzato.

Lampedusa
Lampedusa torna ad essere meta di tanti immigrati provenienti dal Nord Africa. Nelle ultime 24 ore in sei diversi arrivi, due dei quali avvenuti in emergenza, sono arrivati 820 migranti, in maggioranza subsahariani e tunisini. Un altro barcone salpato dalla Libia è stato avvistato stamani nel Canale di Sicilia, in navigazione verso Lampedusa. L'imbarcazione è stata raggiunta da una motovedetta delle fiamme gialle, che la sta scortando nel porto dell'isola. Secondo un calcolo approssimativo, a bordo ci sono almeno 200 persone. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Gabriele Papini)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 126







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