Morbillo in Congo: 21 mila morti prevalentemente tra i bambini denutriti
Oltre al costante dramma della povertà che affligge l’Africa, il continente è da sempre
coinvolto in rivolte, scontri ed epidemie. In Congo, ad esempio, paese già storicamente
martoriato da cruenti genocidi, e dove, oltre alle epidemie, la vita quotidiana è
continuamente sconvolta dalle violenze e dalla guerra, il morbillo ha già ucciso 21
mila persone nonostante siano stati distribuiti un milione e mezzo di vaccini. Vittima
principale è sempre la popolazione civile, costretta a convivere con gli scontri etnici
tra eserciti regolari ed indipendentisti che si contrappongono. Le epidemie trovano
terreno fertile proprio nelle fughe verso l’ovest del Paese e la capitale Kinshasa,
da parte dei profughi. In questo contesto sono tanti i bambini già denutriti che vengono
colpiti da questa malattia già debellata in Occidente e che invece in Congo sta producendo
un disastro umanitario. Nel paese africano la speranza di vita media è di 43 anni,
e su quasi 60 milioni di abitanti, la metà ne ha meno di 15, perciò il morbillo può
avere conseguenze devastanti. Davanti ad un quadro di questo tipo, l’Ong Reach Italia
Missione Bambini per Sostegno a distanza e cooperazione internazionale, presente sia
in Congo che in Burkina Faso, in un comunicato inviato all’Agenzia Fides riconferma
il suo sostegno a circa 2.700 bambini e lancia un allarme dopo aver riscontrato le
loro esigenze primarie in termini di salute e di integrazione alimentare.