I vescovi del Mediterraneo: “no alla guerra in Libia, sì all’accoglienza dei migranti
e allo sviluppo dei loro Paesi”
“Riguardo alla questione dei migranti, l’Europa cerca soprattutto di mettere in opera
una protezione drastica che non va sempre nel senso della giustizia e diventa spesso
fonte di esclusione e di discriminazione”. È la valutazione contenuta nella dichiarazione
rilasciata al termine di un incontro dei vescovi del Maghreb con una delegazione episcopale
di Francia e Spagna. L’incontro della “Commissione Mista Mediterraneo-Maghreb-Europa”
si è concluso ieri a Tunisi. Nella nota conclusiva, inviata all’Agenzia Fides, i vescovi
riuniti a Tunisi esprimono, “per quanto riguarda la Libia, appoggio agli interventi
di Papa Benedetto XVI e di mons. Giovanni Martinelli, vicario apostolico di Tripoli,
sulla priorità del dialogo politico: nessuno può controllare le conseguenze degli
interventi armati che colpiscono anche vittime innocenti”. La questione dei migranti
è stata al centro della riflessione dei vescovi. “Su questa delicata questione - afferma
la nota - vi sono due atteggiamenti in contrasto: quello di diversi politici che intendono
garantire quasi esclusivamente la sicurezza e la protezione dei propri cittadini,
purtroppo spesso per ragioni elettorali, e quello dei discepoli del Vangelo che, a
rischio di essere accusati di ingenuità, vogliono, contro tutto e tutti, servire in
primo luogo le persone e difenderle nella loro dignità, anche se sono clandestini
e senza documenti”. “Questi due punti di vista – prosegue il testo - potrebbero trovare
un punto di incontro se il denaro che serve a proteggere le frontiere venisse impiegato
per sviluppare almeno l’indipendenza alimentare dei Paesi di provenienza dei migranti
e se venissero assicurate le risorse per permettere una vita dignitosa a tutti i cittadini.
Questi ultimi non sarebbero costretti a partire a rischio della vita. Da decenni i
Papi ribadiscono questi concetti, come si può non riaffermarli ora?” sottolineano
i vescovi. Sul dialogo tra cristiani e musulmani, infine, si rimarca che “la priorità
va data all’incontro tra persone di differenti orizzonti che permette spesso uno scambio
più vero e più spirituale”.