2011-05-05 08:14:53

I cristiani rafforzano la collaborazione contro le violenze nello Stato indiano del Karnataka


Leader di varie denominazioni cristiane nello Stato del Karnataka, in India, hanno stabilito di rafforzare la collaborazione, nell’ambito degli organismi ecumenici di rappresentanza, contro gli attacchi alle minoranze religiose. In particolare – riferisce l’Osservatore Romano - sarà dato nuovo impulso alle attività e iniziative del Karnataka United Christian Forum For Human Rights (Kufhr), un’organizzazione che raggruppa oltre cinquanta rappresentanti di comunità di fedeli. “Disuniti ci rende più vulnerabili nei confronti delle violenze”, hanno sottolineato i partecipanti a un meeting promosso dall’organismo ecumenico, durante il quale, fra l’altro, sono stati eletti il presidente e il vice presidente, rispettivamente il vescovo cattolico di Mangalore, monsignor Aloysius Paul D’Souza, e il vescovo ortodosso di Bramhavar, Yacob Mar Eliyas. Il Karnataka è uno degli Stati dove il fenomeno del fondamentalismo religioso assume gli aspetti più inquietanti. L’escalation di violenze è iniziata a partire dal 2008, dopo che il Bharatiya Janata party ha preso le redini del Governo locale. Inoltre, aggressiva è divenuta la campagna contro i cristiani condotta dagli esponenti di un altro movimento politico, il Bajrang Dal, i cui attivisti hanno intensificato gli assalti ai luoghi di culto, come nel caso della Nuova Chiesa di Dio dell’India, situata a Mysore, presa di mira prima di Pasqua, o gli altri attacchi compiuti nel giorno del venerdì santo nei distretti di Bagalkot e Davangere. Il vescovo di Mangalore ha spiegato che gli estremisti temono l’opera dei missionari cristiani a favore dell’emancipazione della popolazione, soprattutto quella tribale. «Sono ostili al nostro lavoro — ha osservato il presule — perché sanno che questa povera gente, dopo aver ricevuto un’istruzione, diventerà autosufficiente e consapevole dei propri diritti. Per gli estremisti questo rappresenta una minaccia, perché non sono più in grado di opprimere e sfruttare gli strati sociali più deboli della popolazione e, pertanto, cercano di spaventare i missionari cristiani». I leader del Kufhr hanno dunque rilanciato l’unità come fattore determinante per affrontare l’espansione del radicalismo religioso, per non restare più inermi di fronte alle violenze.







All the contents on this site are copyrighted ©.