2011-05-05 15:22:44

Gruppo di Contatto sulla Libia. Hillary Clinton: Gheddafi deve lasciare il potere


Stamani a Roma la seconda riunione del Gruppo di contatto sulla Libia. I lavori dell’organismo, creato a Londra il 29 marzo scorso, coinvolgono un’ottantina di Paesi e diverse organizzazioni internazionali, con l’obiettivo di trovare una soluzione diplomatica alla crisi libica. Ad aprire la giornata un incontro bilaterale tra il ministro degli Esteri Italiano, Franco Frattini, e il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton. Tanti i temi toccati nel faccia a faccia, a cominciare proprio dalla Libia. Più tardi la conferenza stampa conclusiva. Il servizio della nostra inviata alla Farnesina, Giada Aquilino:RealAudioMP3

“Gheddafi continua ad uccidere i libici, usando l’artiglieria pesante, i mercenari e i cecchini. Quella in Libia non è una guerra civile: è la resistenza del popolo libico all’aggressione dell’esercito personale di Gheddafi”. Con queste parole il ministro degli Esteri italiano Frattini ha aperto il secondo incontro del gruppo di contatto per la Libia, in cui anche la Santa Sede figura tra gli osservatori: il capo delegazione è l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti cin gli Stati. Il ministro Frattini ha auspicato che sempre più partner stabiliscano relazioni bilaterali con il Consiglio nazionale transitorio di Bengasi, annunciando un Fondo speciale per supportare economicamente lo stesso organismo. Poco prima dell’inizio della riunione, Frattini ha incontrato il segretario di Stato americano Clinton. “Oggi discutiamo - ha detto in conferenza stampa la Clinton - di come aumentare la pressione su Gheddafi, per porre fine alla violenza sui civili e per assicurare un futuro democratico al Paese”. Punto fermo, ha detto la Clinton: “Gheddafi deve lasciare il potere”. Le ha fatto eco il ministro Frattini, che ha spiegato l’importanza di una soluzione politica attraverso una pressione militare, per convincere il regime di Tripoli a cessare gli attacchi sulla popolazione. Inevitabili nelle domande della stampa i paragoni tra la fine di Bin Laden, ucciso in Pakistan dagli americani, e il futuro di Gheddafi. Il segretario di Stato americano ha detto che per la Libia si seguono le indicazioni Onu e Nato, ma certo – ha aggiunto – la guerra al terrorismo non finisce con la morte di Bin Laden. Si continuerà a collaborare con il Pakistan – ha proseguito – anche se il rapporto con Islamabad non è sempre facile. Per Frattini, quanto più i successi nella lotta al terrorismo si moltiplicano, tanto più si riducono i costi per le misure di prevenzione. Il riferimento è alle polemiche per una data della fine delle missioni militari italiane all’estero. Gli Stati Uniti - ha aggiunto la Clinton - al riguardo hanno in programma di ridurre le forze in Afghanistan dal prossimo luglio, ma le scadenze non sono state - ha detto – ancora determinate. Infine, per quanto riguarda l’accordo palestinese Hamas-Fatah, i capi delle diplomazie, statunitense e italiana, hanno sollecitato Hamas ad accettare i principi stabiliti dal quartetto per il Medio Oriente. E preoccupazione è stata espressa per la Siria con l’esortazione alle autorità di Damasco a cessare le violenze sui manifestanti che chiedono più democrazia.







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