Versioni contrastanti sul blitz contro Bin Laden. La figlia: catturato e ucciso
A poco piu' di 48 ore dall'uccisione del capo di Al Qaeda Osama Bin Laden, aumentano
i particolari sulla operazione condotta dalle forze speciali americane, ma aumentano
anche le contraddizioni e i dubbi. Intanto, mentre il governo pakistano chiede sostegno
al mondo nella lotta al terrorismo, l’opposizione radicale islamica prepara una protesta
nazionale anti-americana per venerdì e i vertici di Al Qaeda, secondo la BBC, sarebbero
riuniti per nominare già il successore di Bin Laden. Il servizio di Gabriella Ceraso
Intanto
grazie al materiale informatico sequestrato ad Abbottabad nel compound di Osama, gli
Stati Uniti aggiorneranno nelle prossime ore la lista dei criminali piu' ricercati,
aggiungendo una serie di nomi. Ma che cosa potrebbe venir fuori dall’analisi dei dati
contenuti in Pc e Hard disk? Giancarlo La Vella lo ha chiesto all’esperto di
politica internazionale, Paolo Mastrolilli
R.
- Gli esperti dell’intelligence americana, in sostanza, cercano due cose. Prima di
tutto capire se ci sono dei segnali, delle indicazioni su nuovi attentati che Al Qaeda
stava preparando e, seconda cosa, se ci sono degli elementi per individuare altri
leader dell’organizzazione che non sono stati ancora scoperti. C’è anche un terzo
elemento: capire se abbiano delle capacità speciali che non sono state ancora scoperte,
ossia armi chimiche o altre armi che non si sapeva Al Qaeda possedesse.
D.
- Smantellare Al Qaeda vuol dire eliminare gran parte del rischio terrorismo nel mondo?
R.
- Eliminarlo in maniera definitiva probabilmente no, perché Al Qaeda ormai si è organizzata
come una struttura “in franchising” dove, in sostanza, le cellule isolate possono
colpire in qualunque parte del mondo su iniziativa personale. Un altro elemento fondamentale
è che naturalmente tutti i membri di Al Qaeda non sanno, a questo punto, che cosa
è nelle mani dell’intelligence americana. Mentre quando viene preso un responsabile
di medio livello dell’organizzazione i capi probabilmente sanno di che informazioni
disponeva questa persona e quindi sanno quali sono i membri dell’organizzazione bruciati
o piani che sono stati scoperti, in questo caso, forse, la maggior parte dei membri
di Al Qaeda non sanno cosa c’era nei computer di Bin Laden e quindi non sanno più
se sono sicuri o no.
D. - L’indebolimento di Al Qaeda potrebbe avere delle
ricadute positive, in Afghanistan e Pakistan, per quello che riguarda i rapporti,
per ora esclusivamente conflittuali, con i talebani?
R. - Al momento sono emerse
due scuole di pensiero. Una è quella che spera che da quest’azione contro Bin Laden
possa maturare uno sviluppo che favorisca questo tentativo di conciliazione che gli
americani, insieme ai leader afghani, stanno cercando di condurre nel Paese e quindi
convincere i talebani ad accettare il dialogo piuttosto che lo scontro frontale. C’è,
però, anche un’altra scuola di pensiero che sostiene l’esatto opposto, cioè che i
talebani reagiranno all’uccisione di Bin Laden scatenando una serie di azioni e rifiutando
il processo di pace, cercando di radicalizzare il conflitto proprio per impedire agli
americani di utilizzare la morte di Bin Laden come una giustificazione ed uno strumento
per abbandonare finalmente l’Afghanistan, possibilmente pacificato.
D. - Come
può cambiare, in generale, il rapporto con il mondo islamico?
R. - Questo,
naturalmente, è un altro elemento fondamentale, che si collega anche alle analisi
che stanno facendo i responsabili della Casa Bianca per decidere se rilasciare o meno
delle foto di Bin Laden, riprese durante il raid. Il mondo islamico in generale sembrava
aver abbandonato Al Qaeda e Bin Laden. E’ stato chiaro, durante la primavera araba,
dall’Egitto agli altri Paesi dove ci sono state le proteste, che le persone che sono
scese in piazza non lo hanno fatto nel nome di Al Qaeda e di Bin Laden. Ora bisogna
fare in modo che quest’operazione non crei invece delle reazioni negative di irritazione
e risentimento da parte del mondo arabo e musulmano per il modo in cui è stata gestita
l’operazione e per il modo in cui è stato trattato il corpo di Osama Bin Laden. Quindi,
evitare che questo successo strategico contro il terrorismo si trasformi poi in un
insuccesso a livello d’immagine. (vv)