2011-05-04 14:23:17

India: reazioni della Chiesa al Rapporto 2011 della Commissione Usa sulla libertà religiosa


La situazione della libertà religiosa in India continua ad essere preoccupante. È quanto emerge dal Rapporto annuale 2011 della Commissione americana sulla libertà religiosa internazionale (Uscirf - U.S. Commission on International Religious Freedom) che per il terzo anno consecutivo ha inserito l’India nella sua lista dei Paesi a rischio. Il rapporto, reso noto il 28 aprile, parla di una “giustizia lenta ed inefficace” per le vittime delle violenze anti-cristiane del 2007-2008 nello Stato dell’Orissa , di quelle del 2002 in Gujarat e delle rivolte anti-sikh del 1984. Secondo il documento, la polizia e le autorità giudiziarie si sono mostrate “incapaci di garantire sicurezza” e le speranze di vedere consegnati alla giustizia i colpevoli “restano lontane”. La Commissione rileva, in particolare, che le indagini sulle violenze anticristiane di tre anni fa nel distretto di Kandhamal (Orissa), sono state “gravemente ostacolate” dalla corruzione politica e dalla faziosità religiosa. Essa punta inoltre il dito contro le leggi anti-conversione in vigore in diversi stati indiani e contro le discriminazioni verso i dalit appartenenti ad alcune minoranze religiose. Positivo il giudizio sul rapporto di John Dayal, segretario della "All India Christian Council", secondo il quale – riferisce l'agenzia Ucan - le valutazioni della Commissione “confermano che in India esistono seri problemi per la libertà religiosa che devono essere tenuti sotto stretta osservazione”, considerata la natura e la diffusione del fenomeno. Giusto, secondo l’attivista cristiano, anche il richiamo contro le leggi anti-conversione che limitano gravemente la libertà religiosa in India. Commentando il rapporto, il vescovo di Berhampur Sarat Chandra Nayak ha confermato che a Kandhamal e in altri distretti dell’Orissa regna ancora “un clima di insicurezza e una cultura dell’impunità” favorita dalla passività delle autorità. Il rapporto annuale della Commissione sulla libertà religiosa internazionale è redatto da giornalisti, accademici, organizzazioni non governative, associazioni per i diritti umani e gruppi religiosi. Oltre alla lista, si espongono nel dettaglio miglioramenti e peggioramenti registrati negli ultimi dodici mesi, soprattutto nelle nazioni considerate “a rischio”. (A cura di Lisa Zengarini)







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