Ucciso Bin Laden: l'annuncio di Obama, festeggiamenti a New York e Washington
Osama Bin Laden è stato ucciso nel corso di un raid delle forze speciali statunitensi
alla periferia di Islamabad. L’annuncio, nella notte, del presidente statunitense
Barack Obama. Il servizio di Salvatore Sabatino:
E' stato
ucciso con un colpo di arma da fuoco alla testa Bin Laden, dopo aver risposto al fuoco,
durante il blitz condotto dai corpi speciali statunitensi. L’attacco, programmato
da giorni, è avvenuto non lontano da Islamabad, capitale del Pakistan, ed ha provocato
altri 3 morti, tra i quali ci sarebbe anche un figlio dello “sceicco del terrore”.
L’annuncio della sua morte è stato dato dallo stesso presidente degli Stati Uniti,
Barack Obama, che soddisfatto – in diretta tv – ha detto: “Giustizia è stata fatta”.
Il capo della Casa Bianca, però, ha pure voluto sottolineare che “l’America non è
in guerra con l’Islam e non lo sarà mai”. Resta, a questo punto, il mistero sul perché
Bin Laden fosse lì, da quanto tempo, sotto quale protezione e quale sarà la risposta
di Al Qaeda; di sicuro, si sa che i talebani pakistani hanno già minacciato attacchi
contro Pakistan e Stati Uniti. Intanto il corpo del fondatore di Al Quaeda è stato
prelevato dai “commandos”, e dopo essere stato sottoposto all’esame del Dna, è stato
sepolto in mare, rispettando la tradizione islamica. Polemiche, invece, sul cadavere
mostrato dalle tv pachistane che, secondo numerose fonti, sarebbe un falso. Nel frattempo,
negli Stati Uniti migliaia di persone sono scese in piazza per festeggiare; folla
da stadio e caroselli di macchine davanti alla Casa Bianca, a Washington, mentre migliaia
di persone si sono date appuntamento a Ground Zero, a New York, epicentro degli attacchi
dell’11 settembre, programmati proprio da Bin Laden. Da segnalare, infine, la soddisfazione
delle cancellerie di mezzo mondo, mentre il presidente afghano Karzai ha lanciato
un messaggio ai talebani: “Dalla morte di Bin Laden – ha detto – devono trarre insegnamento
e deporre le armi".
L'uccisione in Pakistan di Osama Bin Laden è avvenuta
a 3.519 giorni dagli attentati dell'11 settembre 2001 e a poco più di un anno dalle
presidenziali americane del 2012. Sul significato di questo momento per gli Stati
Uniti, Giada Aquilino ha intervistato Loretta Napoleoni, esperta di
terrorismo internazionale:
R. – Ha
un significato molto importante dal punto di vista simbolico: gli Stati Uniti ce l’hanno
fatta e, a quanto pare, da soli perché sembra che le forze di polizia e l’esercito
pachistano non abbiano avuto nulla a che fare con questa operazione. Certo, ci hanno
messo 10 anni, ci hanno messo molto tempo e la situazione è cambiata radicalmente.
Se avessero trovato Bin Laden all’indomani dell’11 settembre la storia del mondo sarebbe
stata completamente diversa. Dal punto di vista pratico, Osama Bin Laden era assolutamente
un simbolo, quindi questo non cambia nulla sull’operatività della rete del terrorismo
internazionale a carattere islamico e non.
D. - A che punto è oggi la
lotta al terrorismo dopo l’uccisione di Osama Bin Laden? Verso quale direzione va?
R.
- Penso che adesso gli Stati Uniti dovranno necessariamente concentrarsi sul problema
rappresentato dai talebani, sulla loro avanzata e sulla destabilizzazione progressiva
che sta avvenendo in Afghanistan. Chiaramente il problema fondamentale è come uscire
dal pantano in cui si trovano al momento, cioè come uscire da questo conflitto, perché
sicuramente dal punto di vista elettorale è molto importante per il presidente Obama
presentarsi alle prossime elezioni e fare una campagna elettorale senza avere due
guerre sulle spalle, una in Iraq e una in Afghanistan. Però non credo che nel breve
periodo riusciranno a trovare una soluzione a questi problemi.
D. –
L’Interpol ha subito messo in guardia sulla possibilità di un accresciuto rischio
terroristico dopo la morte di Bin Laden. Obama ha precisato che gli Stati Uniti non
sono in guerra con l’Islam. Cosa si teme?
R. - Penso che sia molto difficile
prevedere esattamente la reazione del mondo dei seguaci. Io non parlerei assolutamente
di mondo islamico né tantomeno musulmano, perché la connotazione religiosa non ha
nulla a che vedere con il terrorismo. Sicuramente Bin Laden era un’icona per un gruppo
di persone nel mondo, molto radicali, che vedevano in lui il simbolo di quella lotta
antimperialista contro gli Stati Uniti che si chiama “fondamentalismo islamico”. E’
difficile prevedere quale sarà la reazione. Sicuramente tutti i servizi segreti al
momento sono in allerta proprio perché si teme che ci sarà una reazione: si teme cioè
che qualcuno organizzi un attacco per vendicare la morte di Osama Bin Laden. Però,
detto questo, penso che sarà molto difficile che si verifichi un attacco della portata
sia dell’11 settembre, sia dell’attacco a Madrid - alla stazione di Atocha - e sia
di quello in Inghilterra, proprio perché l’antiterrorismo è ben organizzato e questa
rete che aveva il suo centro in Osama Bin Laden si è molto indebolita dall’11 settembre
in poi. D’altra parte c’è anche un altro elemento molto importante. I giovani del
mondo musulmano, oggi come oggi, sono concentrati su quello che sta succedendo in
Nordafrica e Medio Oriente, su quella che è stata definita da molti giornalisti la
“primavera araba”: quindi c’è un’alternativa democratica all’attività, invece, del
terrorismo di stampo di Al Qaeda.