2011-05-02 15:24:18

Libia: Misurata sotto assedio. Funerali del figlio e dei nipoti di Gheddafi


In Libia, non accenna a migliorare la situazione di Misurata, città in mano ai ribelli che da due giorni subiscono l’offensiva delle truppe fedeli a Gheddafi: dopo gli attacchi al porto, questa mattina si registra un tentativo di penetrare in città con carri armati dall’area dell’aeroporto e si contano almeno sei morti. Previsti per oggi, inoltre, i funerali del figlio minore e dei tre nipoti del colonnello uccisi nel fine settimana. In merito ai dubbi avanzati sulla veridicità della notizia, arriva la conferma del Vicario di Tripoli, mons. Martinelli. Il punto da Roberta Barbi:RealAudioMP3

Nuova offensiva per le forze fedeli al colonnello Gheddafi, che oggi stanno tentando di penetrare a Misurata da sudovest, utilizzando quattro o cinque carri armati. Gli scontri si stanno intensificando nel sobborgo di Al Ghiran, non lontano dall’aeroporto e fonti mediche riferiscono di almeno sei morti e decine di feriti da ieri sera. Sempre da ieri, inoltre, attacchi lealisti si concentrano anche nella zona del porto. Nella giornata di oggi, dopo la preghiera del mezzogiorno, erano previsti i funerali di Saif al-Arab, il figlio 29.enne del colonnello ucciso sabato notte in un raid della Nato insieme con tre nipoti del raìs, tutti bambini con meno di tre anni: le salme saranno sepolte nel Cimitero dei martiri di Al-Hani a Tripoli. Da molte parti erano stati sollevati dubbi sulla morte del figlio di Gheddafi, fugati dal vicario apostolico di Tripoli, mons. Giovanni Martinelli, che ha testimoniato di aver visto un corpo completamente fasciato che il governo libico ha confermato ufficialmente essere quello di Saif. “Penso sia stia giocando troppo con la vita dei civili – ha aggiunto il presule – e questo rende sempre più difficile una soluzione pacifica del conflitto”. Ieri, infatti, in conseguenza del raid, la folla ha dato alle fiamme alcune ambasciate straniere, tra cui quella della Gran Bretagna e quella dell’Italia, episodi per i quali il viceministro degli Esteri libico ha espresso “rammarico”.







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