Libia: Misurata sotto assedio. Funerali del figlio e dei nipoti di Gheddafi
In Libia, non accenna a migliorare la situazione di Misurata, città in mano ai ribelli
che da due giorni subiscono l’offensiva delle truppe fedeli a Gheddafi: dopo gli attacchi
al porto, questa mattina si registra un tentativo di penetrare in città con carri
armati dall’area dell’aeroporto e si contano almeno sei morti. Previsti per oggi,
inoltre, i funerali del figlio minore e dei tre nipoti del colonnello uccisi nel fine
settimana. In merito ai dubbi avanzati sulla veridicità della notizia, arriva la conferma
del Vicario di Tripoli, mons. Martinelli. Il punto da Roberta Barbi:
Nuova offensiva
per le forze fedeli al colonnello Gheddafi, che oggi stanno tentando di penetrare
a Misurata da sudovest, utilizzando quattro o cinque carri armati. Gli scontri si
stanno intensificando nel sobborgo di Al Ghiran, non lontano dall’aeroporto e fonti
mediche riferiscono di almeno sei morti e decine di feriti da ieri sera. Sempre da
ieri, inoltre, attacchi lealisti si concentrano anche nella zona del porto. Nella
giornata di oggi, dopo la preghiera del mezzogiorno, erano previsti i funerali di
Saif al-Arab, il figlio 29.enne del colonnello ucciso sabato notte in un raid della
Nato insieme con tre nipoti del raìs, tutti bambini con meno di tre anni: le salme
saranno sepolte nel Cimitero dei martiri di Al-Hani a Tripoli. Da molte parti erano
stati sollevati dubbi sulla morte del figlio di Gheddafi, fugati dal vicario apostolico
di Tripoli, mons. Giovanni Martinelli, che ha testimoniato di aver visto un corpo
completamente fasciato che il governo libico ha confermato ufficialmente essere quello
di Saif. “Penso sia stia giocando troppo con la vita dei civili – ha aggiunto il presule
– e questo rende sempre più difficile una soluzione pacifica del conflitto”. Ieri,
infatti, in conseguenza del raid, la folla ha dato alle fiamme alcune ambasciate straniere,
tra cui quella della Gran Bretagna e quella dell’Italia, episodi per i quali il viceministro
degli Esteri libico ha espresso “rammarico”.
Algeria È ancora
viva Maria Sandra Mariani, la donna italiana di 53 anni sequestrata il 2 febbraio
nel sud dell’Algeria dal gruppo che si firma Al Qaeda per il Maghreb islamico e attualmente
tenuta prigioniera in un Paese del Sahel. Lo conferma un nuovo video inviato dai rapitori
che segue l’ultimo, risalente al 18 febbraio.
Egitto In migliaia
sono tornati in piazza tari, ieri, primo maggio, per rivendicare alcuni diritti in
materia di lavoro: i manifestanti chiedono salari minimi di 1500 lire egiziane (circa
180 euro), la messa in regola dei precari con contratti a tempo indeterminato e la
revisione delle nuove norme sugli scioperi.
Siria Continua l’ondata
di retate e arresti a Deraa, città della Siria meridionale dove ieri la polizia è
tornata a sparare sulla folla che partecipava ai funerali delle ultime vittime della
protesta. Secondo i testimoni, le forze di sicurezza entrano nelle case e portano
via le persone a bordo di carri armati e auto blindate. Oggi, sono stati arrestati
anche due oppositori di etnia curda nel nordest e un attivista per i diritti umani
a Raqqa, nell’est. Proseguono intanto senza sosta le manifestazioni antigovernative:
oggi sono in corso nei dintorni della capitale Damasco.
Pakistan Almeno
quattro persone, tra cui una donna e tre bambini, sono morte e 10 sono rimaste ferite
a causa di un'esplosione avvenuta oggi in Pakistan in una moschea di Charsadda, nel
Pakistan nordoccidentale. Lo riferiscono fonti di polizia locale, aggiungendo che
otto feriti sono in gravi condizioni.
Cerimonie solenni oggi in Israele
per la Giornata in ricordo della Shoah Si celebra oggi in Israele la Giornata
della Shoah, in memoria dei sei milioni di ebrei sterminati dalla follia nazista.
Molte le iniziative e i messaggi dei leader del Paese ebraico perché l’Olocausto sia
ancor oggi un severo monito contro ogni forma di razzismo. Il servizio di Giancarlo
La Vella:
Uno dei momenti
più significativi di questa Giornata è avvenuto alle 10 di mattina, quando in tutto
il Paese per due minuti sono state messe in funzione le sirene e ogni attività si
è fermata, traffico automobilistico e pedonale inclusi. Ma già ieri sera allo Yad
Vashem, il Museo dell’Olocausto a Gerusalemme, sono state accese sei fiaccole, da
altrettanti sopravvissuti, in memoria delle vittime dei campi di sterminio nazisti.
La ricorrenza, nelle parole dei leader israeliani, ha assunto anche significati prettamente
politici. In un discorso alla nazione, il premier Benyamin Netanyahu ha sottolineato
come, ancor oggi, non bisogna sottovalutare i proclami all’eliminazione degli ebrei.
“La minaccia alla nostra esistenza – ha detto – è ancora reale. L’Iran, ad esempio,
si sta dotando di armi nucleari a questo scopo”. Parole, queste, condivise dal presidente
israeliano, Shimon Peres, il quale ha poi aggiunto che “il popolo ebraico, vittima
di razzismo, persecuzioni, discriminazione, non ha dimenticato l’obbligo di rispettare
ogni persona. Ogni nostro cittadino sa – ha sottolineato – che Israele è e sarà il
Paese più antirazzista al mondo”. Un quadro preoccupante, dunque, ma nel quale si
intravedono spiragli di confortante cambiamento. Secondo i dati diffusi dal Centro
Studi sull’Antisemitismo dell’Università di Tel Aviv, nel 2010 si sono quasi dimezzate
le aggressioni d’impronta antisemita avvenute nel mondo. La ricerca denuncia, tuttavia,
come preoccupante la tendenza in aumento alla diffusione on line di testi
antiebraici. Da segnalare, infine, nella giornata odierna, la tradizionale marcia
di giovani ebrei al campo di concentramento e di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau,
in Polonia.
Afghanistan Era un kamikaze tra i più giovani di
cui si abbia notizia, il ragazzo di 12 anni che ieri si è fatto esplodere in un mercato
a Paktika, nel sudovest del Paese, vicino al confine con il Pakistan. Nell’attacco
sono morte quattro persone e ne sono rimaste ferite 12, mentre attentati si sono verificati
in altre parti del Paese per un bilancio totale di 11 morti e 33 feriti: i primi della
nuova Badar, cioè l’offensiva di primavera annunciata dai talebani.
Thailandia Decine
di migliaia di thailandesi, abitanti dei villaggi vicino al confine con la Cambogia,
hanno potuto far ritorno nelle loro case dopo l’innalzamento della tensione tra i
due Paesi verificatosi negli ultimi giorni. Ad annunciarlo è stato il primo ministro
thailandese, Abhisit Vejjajiva, il quale ha precisato che i profughi avevano trovato
accoglienza in campi improvvisati. La disputa territoriale sul confine è in atto da
molte decadi, ma da quando sono ricominciati gli scontri, il 22 aprile scorso, si
contano già 17 morti.
Immigrazione - Italia Sono ripresi gli sbarchi
a Lampedusa, dove ieri sera è arrivata sull’isola un’imbarcazione con a bordo 16 tunisini.
All'alba di oggi, invece, la nave traghetto “Moby Vincent” ha trasferito circa 1800
migranti arrivati sull’isola nelle ultime 48 ore. A causa delle cattive condizioni
del tempo la nave al momento resta in rada perchè non riesce ad attraccare al porto.
Se la nave riuscirà a trasferire oggi tutti i migranti, fatta eccezione per 60 tunisini,
Lampedusa si dovrebbe svuotare già in giornata. Intanto a Ventimiglia un centinaio
di tunisini stanno dando vita a uno sciopero della fame: sono i migranti che non hanno
trovato posto nel centro di accoglienza.
Immigrazione – polemica Italia-Malta È
polemica tra Italia e Malta sul barcone di profughi che ieri si trovava in difficoltà
in acque di competenza maltese, ma che è invece, poi, stato soccorso dalle autorità
italiane. In serata il ministro degli Esteri italiano, Frattini, ha dato istruzione
all’ambasciatore presso Malta di effettuare una protesta formale. Immediata la risposta
del governo maltese, che afferma di aver rispettato tutti gli obblighi internazionali
e di non essere intervenuti in quanto il barcone era molto più vicino alle coste italiane.
Francia Il
presidente francese, Nicolas Sarkozy, presenzierà domani all’aeroporto parigino di
Orly al rientro delle salme dei connazionali rimasti vittima dell’attentato di Marrakesh
di venerdì scorso. Al suo fianco, anche i ministri degli Esteri e dell’Interno, riferisce
l’Eliseo. È prevista una cerimonia commemorativa.
Portogallo Il governo
dimissionario portoghese tra due giorni presenterà il memorandum d’intesa sul pacchetto
di aiuti negoziato con l’Unione europea, la Bce e il Fondo monetario internazionale.
Il piano vincolerà la politica economica del portogallo per i prossimi tre anni. Bruxelles
auspica che si arrivi a un accordo entro il 16 maggio.
Uganda L’Alto
commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, ha invitato le autorità ugandesi
a fermare immediatamente l'uso “sproporzionato della forza” contro i politici dell'opposizione
e i manifestanti antigovernativi, esortando al’instaurazione di un dialogo costruttivo.
Nelle ultime settimane, nel Paese si sono moltiplicati gli episodi di violenza che
hanno causato almeno otto morti e centinaia i feriti.
Liberia È un
avvocato con alle spalle una laurea negli Usa e diverse esperienze diplomatiche e
di governo il candidato del principale partito di opposizione alle elezioni presidenziali
del prossimo ottobre. Winston Taubman rappresenterà il Congresso per il cambiamento
democratico e sfiderà la prima presidente donna della storia africana. La Liberia
è stata afflitta da una sanguinosa guerra dal 1989 al 2003. Negli ultimi mesi, ai
problemi della ricostruzione s’è aggiunta l’emergenza di circa 150 mila rifugiati
ivoriani che hanno varcato il confine. (Panoramica internazionale a cura di Roberta
Barbi e Gabriele Papini)
Bollettino del Radiogiornale della Radio
Vaticana Anno LV no. 122