I cardinali Erdő e Scherer: Papa Wojtyla, segno di speranza per il
mondo intero
Una grande festa della fede, vissuta senza confini: la Beatificazione di Giovanni
Paolo II è stata seguita con trepidazione e commozione non solo a Roma, ma in tutto
il mondo attraverso i mezzi di comunicazione. Grande la gioia in Polonia e soprattutto
a Cracovia, di cui il nuovo Beato fu arcivescovo e a Wadowice, il paese natale di
Karol Wojtyla. Oggi, tutti i giornali polacchi danno grande risalto all’evento, mentre
alcune chiese e luoghi sacri sono già stati dedicati al Beato Wojtyla. Sull’importanza
di questa Beatificazione, in particolare per il continente europeo, Marta Vertse
ha intervistato il cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest
e Presidente delle Conferenze Episcopali d'Europa:
R. – Giovanni
Paolo II è stato un segno della speranza sia per l’Europa che per tutto il mondo.
Adesso, attraverso la Beatificazione, abbiamo ricevuto un grande incoraggiamento,
perché anche il nostro continente, che è uno dei continenti più ricchi del mondo,
ha bisogno di speranza. Volendo rinnovare anche la nostra coscienza europea, abbiamo
bisogno del suo insegnamento e del suo incoraggiamento e per questo siamo grati al
Santo Padre Benedetto XVI per questa bellissima Beatificazione che ci dà incoraggiamento.
D.
– Questa intensa cerimonia di Beatificazione, che immagine le ha dato della Chiesa
universale?
R. – E’ un’espressione dell’unità della Chiesa, un’unità
visibile, perché Giovanni Paolo II veramente non è Beato con “effetto limitato”: sin
dall’inizio del suo Pontificato aveva attirato l’attenzione di tutto il mondo e dopo
è stato stimato in tutto il mondo. L’importanza della sua personalità è dunque già
universale. (ap)
Dall’Europa all’America Latina: il cardinale arcivescovo
di San Paolo del Brasile, Odilo Pedro Scherer, si è soffermato con Cristiane
Murray dell’importanza e universalità della figura di Giovanni Paolo II:
R. - “Ha
dato un orientamento per la Chiesa di tutto il mondo, un orientamento sicuro per la
vita pastorale della Chiesa e anche per l’interpretazione della fede, della dottrina.
Ha dato inoltre l’orientamento per la presenza della Chiesa nella società, la dottrina
sociale della Chiesa, anche nel senso di correggere certi sviluppi non troppo sani
nella teologia dove a volte si faceva anche appello all’interpretazione marxista della
storia della Chiesa, della vita della Chiesa. Lui conosceva questa realtà molto da
vicino, grazie alla sua storia in Polonia. Poi il Papa è stato importante come figura
perché è stato anche un grande leader mondiale a cui hanno fatto riferimento non solo
i cattolici ma anche i capi di Stato e i leader di altre religioni. E’ diventato un
po’ il riferimento della grande famiglia umana per quello che era buono, per quello
che era giusto. Anche se non tutti erano d’accordo con lui, lo prendevano sul serio
e prendevano in considerazione quello che diceva”.