Folla alla Messa di ringraziamento per Papa Wojtyla. Il cardinale Bertone: aveva nel
cuore il bene di ogni uomo
Decine di migliaia di persone sono tornate a riempire questa mattina Piazza San Pietro
per partecipare alla Messa di ringraziamento per la Beatificazione di Giovanni Paolo
II. Presieduta dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, la celebrazione
si è aperta con un indirizzo di omaggio del cardinale arcivescovo di Cracovia, Stanislaw
Dziwisz, che ha definito Papa Wojtyla il “grande apostolo” della Divina Misericordia
assieme a Santa Faustina Kowalska. Il servizio di Alessandro De Carolis:
(musica)
Testimone,
Pastore, Papa, Santo. Quattro appellativi come quattro facce di un prisma, attraverso
le quali si rifrange la gratitudine della Chiesa per la Beatificazione di Giovanni
Paolo II. Davanti alla folla del giorno dopo – stanca ma felice di esserci ancora
per questo momento di preghiera corale – il cardinale Tarcisio Bertone ha fatto nuovamente
brillare il diamante dei meriti e delle virtù del nuovo Beato. Un uomo, ha detto,
“che viveva di Dio” e che è stato una “guida nel passaggio tra due millenni” grazie
alla bussola del Vangelo; quel Libro dolcemente chiuso da un soffio sul suo feretro,
sei anni fa, quasi a presagire l’evento di ieri, l’inizio della vita dopo la vita:
“Era
come se il vento dello Spirito avesse voluto segnare la fine dell’avventura umana
e spirituale di Karol Wojtyła, tutta illuminata dal Vangelo di Cristo.
Da questo Libro egli scopriva i disegni di Dio per l’umanità, per se
stesso, ma soprattutto imparava Cristo, il suo volto, il suo amore, che per Karol
era sempre una chiamata alla responsabilità”.
La sua Beatificazione
è un “dono troppo grande”, che rende difficile “esprimere ciò che sente tutta la Chiesa”,
aveva affermato all’inizio della cerimonia il cardinale Dziwisz. L’antico segretario
personale di Papa Wojtyla ha sottolineato come la Messa di questa mattina – celebrata
seguendo l’apposita liturgia che verrà utilizzata il 22 ottobre di ogni anno – costituisca
in qualche modo l’inaugurazione del “culto pubblico” di Giovanni Paolo II. Quindi,
ha ringraziato l’Italia per essere stata l’affettuosa “seconda patria” del Papa polacco
e soprattutto Benedetto XVI per averne “mantenuto sempre viva la memoria”:
“Siamo
riconoscenti al Santo Padre per la decisione di aprire il processo di Beatificazione
e Canonizzazione del Servo di Dio, per aver confermato l’eroicità delle sue virtù
e del miracolo, e per aver scelto la Domenica della Divina Misericordia come giorno
della sua Beatificazione. Siamo convinti che questa scelta rafforzerà ancora di più
la fede dei discepoli di Cristo in Dio ricco di misericordia. Il Beato Giovanni Paolo
II è diventato, assieme a Santa Faustina, il grande apostolo di questa verità”.
Apostolo
e uomo di intensa preghiera. In sintonia con tutte le testimonianze ascoltate da chi
lo ha conosciuto di persona, anche il cardinale Bertone ha fatto discendere dalla
preghiera “continua, costante” di Giovanni Paolo II il suo essere non “un mero combattente
per ideologie politico-sociali”, ma “difensore della dignità di ogni essere umano”,
perché visto come figlio di Dio:
“Oggi rendiamo grazie al Signore
per averci dato un Testimone come lui, così credibile, così trasparente, che ci ha
insegnato come si debba vivere la fede e difendere i valori cristiani, a cominciare
dalla vita, senza complessi, senza paure; come si debba testimoniare la fede con coraggio
e coerenza, declinando le Beatitudini nell’esperienza quotidiana”.
Da
Papa, ha riconosciuto ancora il cardinale Bertone, Giovanni Paolo II ha dato alla
Chiesa “una proiezione universale e un’autorità morale a livello mondiale prima mai
conosciute”. Quindi, privato delle facoltà che gli avevano permesso di arrivare ai
confini del mondo, ha lasciato il mondo dando “a noi tutti – ha detto il segretario
di Stato – un’ultima grande lezione di umanità e di abbandono tra le braccia di Dio”:
“Ringraziamo
il Signore per averci dato un Santo come Lui (...) Era un uomo vero perché inseparabilmente
legato a Colui che è la Verità. Seguendo Colui che è la Via, era un uomo sempre in
cammino, sempre proteso verso il bene più grande per ogni persona, per la Chiesa e
per il mondo e verso la meta che per ogni credente è la gloria del Padre. Era un uomo
vivo, perché colmo della Vita che è Cristo, sempre aperto alla sua grazia e a tutti
i doni dello Spirito Santo”.