2011-04-30 14:10:59

Vietnam: conclusa la Conferenza dei vescovi. Presente il rappresentante della Santa Sede


L’elaborazione della Lettera pastorale comune a tutti i cattolici vietnamiti, il modello di formazione per sacerdoti e seminaristi, la preparazione alla conferenza dei vescovi asiatici, che si terrà a Ho Chi Minh City, la ricostruzione del santuario nazionale mariano di La Vang, le attese per la beatificazione dei vescovi Pierre Lambert de la Motte e François Pallu e la scelta dei delegati al sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione sono stati gli argomenti centrali dell’annuale riunione dei vescovi del Vietnam, tenutasi al Centro pastorale della diocesi di Saigon dal 24 aprile a ieri. All’incontro - riferisce l'agenzia AsiaNews - hanno preso parte tutti i responsabili delle 26 diocesi del Paese e, per la prima volta, anche il rappresentante non residente della Santa Sede, mons. Leopoldo Girelli. Egli ha ricordato di “non essere un nunzio, in quanto il Paese non ha ancora rapporti diplomatici con il Vaticano”, e ha sottolineato il suo ruolo di legame tra la Santa Sede e la Chiesa locale. L’assemblea dei vescovi è stata anche occasione per ascoltare la situazione delle diocesi. Si è costatato che, mentre sono numerose le conversioni, la Chiesa si trova ancora di fronte a sfide difficili. In vaste aree degli Altopiani centrali e delle province del nord vicino ai confini con Cina e Laos, ai fedeli ancora non è consentito di riunirsi per pregare, mentre ai sacerdoti è ancora impedito di celebrare l’eucaristia e svolgere il loro ministero pastorale. La situazione è stata illustrata in particolare da quanto accaduto a mons. Michael Hoang Duc Oanh, che, essendo finalmente riuscito a celebrare la Messa di Pasqua a Son Lnag, ha dovuto farlo in un’atmosfera ostile, con uomini della polizia e donne della Lega femminile comunista che superavano di numero i fedeli e che controllavano a sbeffeggiavano vescovo e cattolici. In altre zone, sacerdoti e fedeli che presentano petizioni per poter celebrare la messa, vedono la loro libertà religiosa soggetta agli irrazionali sbalzi di umore delle autorità locali. Ciò prova che “lo status legale della Chiesa ancora non è riconosciuto” e che si registra l’ostilità di autorità locali contro i cattolici, che arriva a volte a forme di aperta persecuzione. (R.P.)







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