Rapporto Usa denuncia preoccupante escalation di discriminazioni religiose in Egitto
Per la prima volta nella sua storia, il rapporto 2011 della United States Commission
on International religious freedom (Uscirf) cita l’Egitto tra i Paesi dove più frequentemente
hanno luogo episodi di discriminazione religiosa. “Nonostante lo sforzo delle autorità
– riferisce dal rapporto L’Osservatore Romano – lo stato di emergenza resta e leggi
e pratiche discriminanti continuano a ostacolare la libertà religiosa”. Nel Paese,
infatti, nota l’organismo bipartisan del governo Usa deputato al monitoraggio delle
violazioni della libertà religiosa nel mondo, vi è stata un’escalation di attacchi
contro i cristiani copti e le altre minoranze presenti, che l’avvio della fase di
transizione del dopo Mubarak non accenna a placare. Nella “lista nera” dell’Uscirf
anche l’Iraq, la Nigeria, il Pakistan, il Sudan, l’Eritrea e l’Uzbekistan, mentre
di un altro elenco di Paesi da tenere sotto controllo, la cosiddetta “watching list”,
fanno parte Afghanistan, Indonesia, Somalia, Tagikistan e India. In quest’ultima in
particolare, nell’ultimo periodo, si sono registrati episodi di violenza negli Stati
del Madhya Pradesh, del Maharashtra e del Kerala, dove sono maggiormente attivi i
gruppi estremisti indù. “Come cristiani non ci scoraggiamo e continuiamo a proclamare
Dio che è con noi – ha detto all'agenzia Fides Joseph Dias, direttore dell’organizzazione
Catholic Secular Forum – ma vogliamo porre la questione alle autorità, affinché garantiscano
la reale libertà di praticare il culto nel Paese per tutti i credenti e tutte le religioni”.
Talvolta, infatti, la libertà di culto, pur sancita nelle Costituzioni, nella pratica
non è osservata e ciò avviene in assoluta impunità. (R.B.)