Pakistan: rischia la chiusura il Ministero per le Minoranze religiose. Continuano
gli stupri delle donne cristiane
C’è allarme nelle comunità cristiane del Pakistan a causa della circolazione di una
voce sempre più insistente sulla possibilità che il ministero federale per le Minoranze
religiose del Paese venga abolito dal governo centrale e smembrato in quattro ministeri
attivi a livello locale nelle quattro province del Punjab, Sindh, Beluchistan e Khyber-Pakhtunkwa.
Come riporta la Fides, contro questa ipotesi già paventata da tempo, si era scagliato
il compianto Shahbaz Bhatti, il ministro cattolico ucciso nel marzo scorso, la cui
eredità spirituale è stata raccolta dal fratello Paul, attuale consigliere speciale
del primo ministro per gli Affari delle minoranze, ruolo che a questo punto sarebbe
svuotato di poteri e assumerebbe una funzione più formale che sostanziale. Le comunità
cristiane intendono mobilitarsi anche a livello internazionale contro questa possibilità:
l’esistenza del ministero, infatti, è indispensabile alla tutela dei diritti delle
minoranze e impedisce che le persecuzioni contro i cristiani passino sotto il silenzio
generale delle autorità e nell’indifferenza dell’opinione pubblica. Una delle forme
più odiose di persecuzione contro i cristiani, è la conversione forzata e soprattutto
lo stupro ai danni delle donne cristiane, “considerate merce” o addirittura “bottino
di guerra” da ricchi musulmani. Uno degli ultimi casi registrati dalla cronaca è quello
di Sehar Naz, 24enne di Faisalabad che mentre si stava recando a un meeting con alcuni
colleghi della compagnia assicurativa per la quale lavora, è stata letteralmente sequestrata
e violentata per quattro giorni, dal 14 al 18 aprile scorsi, dal Maggiore Arif Atif
Rana, che quando l’ha liberata l’ha minacciata di ritorsioni contro la famiglia qualora
l’avesse denunciato. La ragazza, riferisce la Fides, si è rivolta alla Commissione
Giustizia e Pace della sua diocesi d’appartenenza e ora si trova in una località segreta
ospite di alcune suore, mentre il Maggiore resta a piede libero. (R.B.)