Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
In questa seconda Domenica di Pasqua, Domenica della Divina Misericordia, la liturgia
ci propone il passo del Vangelo in cui l’Apostolo Tommaso non crede agli altri discepoli
che hanno visto Gesù risorto. Tommaso dice: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei
chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo
fianco, io non credo». Otto giorni dopo Gesù appare di nuovo, con Tommaso presente,
e gli dice:
«Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano
e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!».
Su questo
brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin,
docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Tommaso
era molto attaccato a Gesù, anzi aveva dichiarato una volta che era pronto a morire
assieme a lui (Gv 11,6). Come mai ora è così scettico di fronte ad una notizia che
invece agli altri discepoli dà tanta gioia? Perché così testardo nel rifiutare la
loro testimonianza, quasi fosse una illusione collettiva? Nell’ostinazione di Tommaso
possiamo riconoscere un valore positivo: la morte e le piaghe non possono essere messe
tra parentesi, devono restare reali e interpellanti. Se è risorto Gesù di Nazaret
che tutti avevano visto straziato e ucciso, allora quei segni sono preziosi, eterni:
fonte di vita e di speranza. E Tommaso perciò li vuole vedere e toccare. Lo faceva
per sé, ma lo ha fatto anche a nostro vantaggio: davvero non si trattava di un fantasma,
ma di Gesù conosciuto già, e ora avvolto di splendore e totale libertà. La pace che
Gesù offre ai discepoli e la missione a cui li invia, ha a che fare con quel corpo
ferito: annunciare un amore totale fino alla morte, invitare alla sequela di Cristo
risorto che la morte non ha bloccato. Attraverso le sue piaghe viene la guarigione
e la nostra salvezza. Saranno testimoni di gioia e vita nuova, libertà e riconciliazione.
Grazie allo Spirito di santità e di verità che li guiderà, e darà loro parole nuove
per convincere anche chi non ha visto direttamente il Signore risorto.