Giappone: le sofferenze del popolo nipponico affidate al beato Giovanni Paolo II
Un gruppo di pellegrini cristiani giapponesi, accompagnati da un religioso Salesiano,
è giunto a Roma per partecipare alla Beatificazione di Giovanni Paolo II e “per affidare
al Papa polacco le sofferenza che oggi vive il popolo giapponese, chiedendo la sua
intercessione”: è quanto riferisce all’agenzia Fides padre Mario Yamanouchi, vicario
provinciale Salesiano a Tokyo, raccontando come la comunità cattolica locale si prepari
a vivere l’evento della Beatificazione. Tutta la Chiesa nipponica si è mobilitata,
annunciando l’evento in tutte le diocesi e le parrocchie, chiedendo ai fedeli di unirsi
nella preghiera. Veglie di preghiera serali e sante Messe sono state organizzate nelle
sei parrocchie di Tokyo dove operano i Salesiani, mentre altre realtà ecclesiali come
i Focolarini o il Cammino Neocatecumenale, vivono celebrazioni e incontri di preghiera
per ricordare Giovanni Paolo II e unirsi spiritualmente a quanti partecipano alla
celebrazione in piazza San Pietro. Vista la popolarità di Papa Wojtyla, la Beatificazione
rappresenta per i fedeli anche un’opportunità di evangelizzazione, dato che l’invito
a partecipare alle iniziative promosse dalla comunità cattolica è stato rivolto anche
a molti non cristiani. L’evento cade in un momento difficile per la nazione, e padre
Mario Yamanouchi rimarca a Fides: “La vita e l’opera di Giovanni Paolo II servono
a dare un messaggio di speranza e di vicinanza a tutti coloro che oggi soffrono. Questo
Papa missionario, che venne anche in Giappone nel 1981, ha sofferto, è stato vicino
a chi soffre, e oggi mostra il cammino ai cristiani giapponesi. Ispirandosi a lui,
oggi la Chiesa cattolica locale testimonia l’amore di Dio con una presenza forte di
solidarietà, di vicinanza e nella preghiera per le vittime dello tsunami e del terremoto”.
Nella diocesi di Sendai, la zona più colpita, vi sono oltre 500 volontari cattolici,
mentre la Conferenza nazionale delle religiose ha stabilito un presidio fisso in due
parrocchie della diocesi, dove si alternano le suore di tutte le congregazioni presenti
in Giappone, proprio per dare un segno tangibile di prossimità e solidarietà alle
vittime. “In quest’opera, l’esempio e la vita di Giovanni Paolo II oggi ci interpellano
a fare uno sforzo di amore al prossimo sempre maggiore”, conclude padre Yamanouchi.
(R.P.)