2011-04-29 17:21:00

Giornata della collera in Siria, a migliaia in fuga verso il Libano


E’ il 'giorno della collera' oggi in Siria. Nel venerdì di preghiera, la Guardia repubblicana si è dispiegata a Damasco, in concomitanza con la mobilitazione dei giovani della rivoluzione sirianà, indetta via internet per protestare contro il regime degli Assad, al potere da 40 anni. In un sobborgo della capitale, Saqba, la folla sta scandendo slogan contro il potere. Migliaia in piazza anche a Banias, a Homs e a Daraa: qui i soldati stanno sparando colpi di avvertimento in aria. Nella dura repressione delle proteste, che vanno avanti da sei settimane, sarebbero morte almeno 500 persone. Mentre dalle riunioni odierne, a Bruxelles, dell’Unione Europea e, a Ginevra, del Consiglio Onu dei diritti umani si attendono misure restrittive nei confronti di Damasco, cresce la preoccupazione internazionale per le migliaia di siriani in fuga verso il Libano. Solo nelle ultime ore, il flusso verso Tall Sakher, nel nord del Libano, è stato di 2.500-3.000 persone. Per una testimonianza sulla situazione nel Paese dei cedri, Giada Aquilino ha raggiunto telefonicamente a Beirut Raymond El-Hachem, già segretario generale della Caritas libanese:RealAudioMP3

R. – In quella zona, i confini tra Libano e Siria non sono tutti controllati. Ci sono poi delle proprietà molto vicine tra Tall Khalakh, che è una piccola città siriana, e Wadi Khaled, nel nord del Libano. Ci sono persone che si sono sposate tra loro, tra libanesi e siriani, e generalmente la maggior parte di queste persone che viene dalla Siria ha dei parenti nella zona libanese. Questo succedeva anche prima: pure nel passato le cose andavano così. Sicuramente, ora ci sono questi accadimenti in Siria, che purtroppo fanno sì che aumenti il numero di persone che vengono qui in Libano.

D. – Il Libano è pronto, comunque, a dare assistenza a queste persone?

R. – Ci sono moltissime Ong che lavorano e operano in casi del genere. Anche lo Stato aiuta, come i vari ministeri. Da quello che ho capito, queste Ong si stanno preparando ad intervenire nel caso in cui i flussi di siriani aumentino. E poi c’è la Caritas, che è sempre pronta ad aiutare qualsiasi persona che ha bisogno, indipendentemente dai riti o dalle religioni. Dove c’è bisogno, la Caritas interviene.

D. – Qual è, ora, l’auspicio del Libano per la Siria?

R. – Sicuramente ogni problema che ha la Siria o ogni altro Paese è per noi un dispiacere. Speriamo che tutti i Paesi - soprattutto quelli vicini al Libano - possano trovare la pace, la calma, che le cose possano andar bene sia in Siria sia negli altri Paesi arabi. Ogni problema, in qualsiasi Paese arabo, può avere conseguenze negative sia per il Paese stesso, sia per il Libano. (vv)








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